Un impero

Jannik Sinner e quei 50 milioni di euro: ecco come si arriva a questa cifra clamorosa

Paolo Macarti

Il reuccio è atteso qui a Bologna domani sera, in questi giorni il programma di Jannik Sinner è intenso come quello di una star di Hollywood durante gli Oscar: ma saputo ieri che la Wada non farà quasi certamente ricorso per l’affaire-Clobesol, il numero 1 del tennis si è ritagliato qualche ora di tranquillità nella sua Sesto dove vivono i genitori Seglinde e Hanspeter oltre alla zia alla quale Jannik ha dedicato Flushing Meadows.

Domani il reuccio dovrebbe essere (condizionale d’obbligo) a Bologna con la squadra azzurra di Davis e, domenica, fare una comparsata durante Italia-Olanda. Gli azzurri hanno penato non poco contro il Brasile perdendo il doppio e vincendo “solo” 2-1. Prima degli orange affronteranno oggi il Belgio e, in caso di vittoria per 3-0, la qualificazione per le finale di Malaga (19-24 novembre) sarebbe in tasca altrimenti tutto verrà rimandato a domenica contro Griekspoor e Van de Zandschulp.

Ma torniamo a Jannik: in queste ore di relax avrà avuto anche il tempo per dare un’occhiata a quello che è l’immenso patrimonio accumulato negli ultimi due anni durante i quali i suoi consiglieri occulti e l’amico-manager Alex Vittur lo hanno aiutato a creare un piccolo (si fa per dire...) impero finanziario fondato su tre entrate diversificate: i premi vinti nei tornei dell’Atp (gli Slam erogano assegni milionari se li vinci o se arrivi in finale), gli sponsor che fanno la fila per averlo testimonial, infine gli investimenti che fruttano le varie plusvalenze.

 

MIGLIORE AL MONDO
Il miglior tennista del globo, tanto per curiosare nelle sue tasche, ha un patrimonio di soli premi valutabile intorno a una trentina di milioni di euro. Vincendo la finale dell’US Open ne ha messi in tasca tre, a Melbourne ne erano entrati due e con la vittoria in Davis 2023 uno: è stimabile che, sommando gli altri tornei 1000, 500 e 250, abbia messo da parte una cifra dieci volte superiore, quindi vicina ai 30 milioni di soli prize-money (8,3 nel 2023, già 10 quest’anno).

Poi gli sponsor: non si conosce il valore dei singoli contratti ma il rosso di Sesto è testimonial di una serie infinita di marchi: Rolex innanzitutto, poi Gucci, Fastweb, Lavazza, Intesa San Paolo, Parmigiano Reggiano e altri in arrivo dopo il trionfo americano. In totale 5-6 milioncini. Nulla è stato finanziariamente intaccato dall’affaire-doping che è evaporato come non fosse mai scoppiato. Gli sponsor, fiduciosi, non lo hanno mai abbandonato.

E poi ci sono i marchi tecnici, a partire da Nike con il celebre contratto decennale da 150 milioni di dollari. Celebre perché l’accordo aveva fatto arricciare il naso ai sindacalisti dell’azienda Usa visto il piano di riduzione di costi di 2 miliardi di dollari che prevedeva il licenziamento del 2% dei dipendenti, 2.000 persone nella sola Nike Olanda.

Infine c’è l’holding Foxera, costituita a fine settembre 2022, ovvero il grosso della cassaforte di Sinner: secondo uno studio del Sole24Ore comprende una vasta serie di società e di attività immobiliari e finanziarie. A capo c’è la Foxera Holding che comprende Foxera Re Monaco (che controlla a sua volta Foxera Re Com), Foxera Re Italy e Foxera Fin. Gli investimenti sono mirati, soprattutto in beni immobili.

 

STUPIDE GELOSIE
Premessa: Sinner è uno che i suoi soldi se li è guadagnati sino all’ultimo centesimo giocando a tennis in modo divino e suscitando (siamo in Italia...) stupide gelosie in chi certi dritti, certi lob o certe risposte non sa neppure come iniziare a farle, ovvero non ha talento: attualmente il patrimonio complessivo si aggira dunque sui 50-55 milioni di euro.

Pochi (si fa molto per dire) se confrontati con quelli dei Big Three, ovvero dei tre campionissimi che hanno dominato per vent’anni il tennis. Qualche numero per concludere il paragone: è stato calcolato che Roger Federer fra prize-money, sponsor, investimenti finanziari e possedimenti immobiliari in Svizzera e Dubai, veleggi sui 450 milioni di euro. Nole Djokovic sui 300, di cui 180 di soli premi Atp. Il più ehm - “povero” dei tre pare sia Nadal: 220 milioni. Per Rafa si maligna sia stata aperta una colletta.