Privatissimo

Sinner, gelo in conferenza stampa: "A queste due domande non voglio rispondere"

Ci sono due domande da non fare mai a Jannik Sinner. Una è quella sul suo rapporto con Anna Kalinskaya, la collega russa con cui fa coppia fissa da quasi sei mesi. L'altra, è un'altra questione altamente privata, a cui commosso ha accennato dopo la vittoria degli Us Open contro l'americano Taylor Fritz.

La scena sugli spalti dell'Arthur Ashe di New York ha fatto il giro del mondo: dopo il trionfo, un emozionatissimo Sinner ha sfogato mesi di tensione andando ad abbracciare il suo staff, con i coach Vagnozzi e Cahill in prima fila. Nel pubblico c'era anche Anna che lo ha abbracciato. Jannik, quasi imbarazzato, l'ha dapprima baciata sulla guancia, come un'amica o una sorella. Poi, forse scioltosi un po', le ha "concesso" un castissimo bacio a stampo sulle labbra. Nelle interviste appena tornato in Italia, dalla Gazzetta dello Sport al Corriere della Sera, non l'ha mai nominata mentre con Repubblica ha esplicitamente detto di non voler rispondere.

 

 

 

In conferenza stampa a Flushing Meadows, però, oltre a quella su Anna un'altra domanda è risultata a dir poco indiscreta. Un giornalista ha chiesto a Sinner il nome della zia malata a cui ha dedicato il trionfo americano (e che è andato a trovare non appena tornato in Alto Adige): "Non voglio rispondere né all'una né all'altra domanda. Si tratta di una cosa familiare", la gelida replica del Rosso di San Candido, che riguardo alla fama di "bravo ragazzo" ("Un difetto? Forse è troppo buono", l'aveva definito l'amico Jack Draper, il britannico spazzato via in semifinale) snocciola invece qualche parola: "Credo che se qualcuno è una brava persona e cerca sempre di aiutare prima o poi qualcosa di bello arriva. A volte arriva subito, a volte dopo, ma credo sia così".