A Budapest

Israele-Italia, Spalletti al quarto uomo: "Stai sentendo? Perché?", furia a bordocampo

Nervi tesi a Budapest, in Ungheria, dove si gioca la seconda partita del Gruppo B di Nations League tra Israele e Italia. La sfida è sul campo neutro della Boszik Arena, per ovviare ai logici problemi di sicurezza in terra israeliana a causa del conflitto con Hamas nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania e ai rischi legati alle rappresaglie di Hezbollah dal Libano e dell'Iran. 

Una situazione geopolitica che ha avuto riverberi anche sul piano sportivo. All'esecuzione degli inni nazionali, un gruppetto di tifosi italiani al seguito della Nazionale del ct Luciano Spalletti ha pensato bene di volgere le spalle al campo in segno di protesta, mentre dagli spalti si sono levati anche dei "buuu" contro gli israeliani. 

 

 

 

Non un bel momento, certo. Ma anche Spalletti ha avuto modo di lamentarsi con il quarto uomo, quando a metà del primo tempo, sul risultato ancora di 0-0 (finirà poi 2-1 per l'Italia, con le reti del solito Frattesi al 38' e Moise Kean al 62', con rete della bandiera di Abu Fani al 90'), lo speaker dello stadio ungherese ha pensato bene di incitare i tifosi a cantare a favore di Israele. Fatto piuttosto bizzarro, dal momento che sì la squadra di Tel Aviv era formalmente "in casa" per il calendario della Nations League ma di fatto si giocava su campo neutro. E infatti Spalletti, spiazzato e stizzito, non si è trattenuto e rivolgendosi al quarto uomo e indicando gli altoparlanti ha tuonato: "Stai sentendo? Perché?". 

 

 

 

A testimonianza di come il clima non fosse ideale, sempre dagli altoparlanti è poi arrivato un messaggio di tutt'altro tenore: "Cari tifosi, scendere in campo costituisce reato penale".