Contro la Francia

Tonali e Kean, la redenzione: il piano di Spalletti per il ritorno in azzurro

Gabriele Galluccio

Cosa hanno in comune Sandro Tonali e Moise Kean? L’età (24 anni) e il fatto di essere in un momento cruciale della carriera, seppur per motivi diversi. Il centrocampista era un punto fermo della Nazionale, aveva raggiunto un certo status a livello europeo, ma un anno fa gli è crollato il mondo addosso. La malattia del gioco emersa dal caso scommesse gli è costata un’intera stagione di squalifica, con buona pace del Newcastle che aveva sborsato 80 milioni al Milan per assicurarselo.

Adesso Tonali è pronto a rinascere, vuole recuperare il tempo perduto. Sono bastati i primi 20 minuti giocati dopo la squalifica per far capire che è rimasto lo stesso giocatore di sempre. Spalletti non poteva non convocarlo, d’altronde proprio lui aveva portato in Nazionale l’altro “scommettitore” Fagioli appena era stato possibile. Tonali è però di un’altra categoria rispetto al centrocampista della Juve, con il tempo deve tornare ad essere il pilastro della Nazionale insieme a Barella. La storia di Kean è ben diversa.

 

 

 

Moise non ha fatto nulla di male, è il classico caso di talento incompiuto. A 24 anni la sensazione è che sia all’ultima chiamata per salire sul treno del grande calcio. L’ultima stagione alla Juve l’ha trascorsa senza segnare neanche un gol in venti partite, eppure qualche lampo c’è stato: si è ritrovato titolare per sei partite di fila e ha giocato bene. Un attaccante si giudica dai gol, ma in quella particolare circostanza le sue prestazioni furono preziose, al punto che la Juve rimase imbattuta (5 vittorie e 1 pari) in tutte e sei le partite.

Quella scritta a Torino è però storia passata, perché in estate è stata offerta a Kean l’occasione perfetta per dimostrare di che pasta è fatto. Alla Fiorentina è titolare, gioca con meno pressioni e si è sbloccato subito: 3 gol nelle prime 5 partite, in pratica è stato una delle poche note positive dei Viola in questo avvio di stagione. La chiamata in Nazionale è stata per certi versi obbligata, perché Spalletti non è che avesse chissà quali alternative per l’attacco: con Scamacca infortunato, è rimasto solo Retegui...

 

 

 

Ci sarebbe poi Raspadori, che però ormai è un fantasma: neanche Conte è riuscito a cavar fuori qualcosa di buono da Jack, che da centravanti è completamente disarmato. Magari in un attacco a due in un 3-5-2 può ritrovare giocate e fiducia, ma al momento Kean è più in forma. Se per Tonali il ritorno in Nazionale è scontato, per Moise è una questione di ora o mai più. Spalletti non lo aveva preso in considerazione per l’Europeo, ma adesso gli offre l’occasione di dimostrare di meritare la maglia azzurra.