Tennis

Jannik Sinner? 18 su 24: le due cifre che rivelano tutto sul campione

Non solo talento naturale, Jannik Sinner è anche un mago dei tie-break, che gli permettono di vincere le partite. Come ricorda la Gazzetta, agli ultimi Us Open ne ha vinti 14 degli ultimi 15 giocati, 18 su 24 invece nel complessivo di questo 2024, con una percentuale del 75%. La partita contro Tommy Paul lo conferma, visti i primi set vinti per 7-6. Insomma, Jannik conferma che riesce a fare suo il set nel momento decisivo grazie alla testa, al di là dei colpi e del servizio, migliorato rispetto al passato.

Sinner, facendo così, rispetta un po’ quello che diceva il maestro Rino Tommasi: per quanto il tie-break fosse meritocratico, molto spesso lo vince il giocatore più forte, quello più pronto e più sicuro. Proprio nei sette punti decisivi con i quali si decide il set l’altoatesino ha fatto un gran balzo in avanti negli ultimi 12 mesi. Nel 2023, fino agli Us Open, quelli dove Jannik era stato sconfitto agli ottavi da Sasha Zverev, l’azzurro aveva un bilancio di 7-8 sui quindici tie-break giocati, dunque un saldo negativo. In questo 2024, sempre fino agli ottavi dello slam new yorkese, Sinner è 18-6 sui 24 giocati, con una percentuale vincente del 75%: niente male, come miglioramento. 

 

 

Ne ha giocati due nel trionfale Australian Open (uno vinto contro Rublev e uno, ininfluente, perso contro Djokovic), uno a Rotterdam (vinto contro Raonic), uno a Indian Wells (vinto contro Shelton), uno a Montecarlo (perso contro Rune) e uno a Parigi, vinto contro Dimitrov. Ad Halle ne ha giocati 7, i primi tre persi (contro Griekspoor, Marozsan e Struff) per poi infilarne quattro di fila, quello decisivo del terzo set contro Struff, quello in semifinale contro Zhang e poi i due in finale contro Hurkacz, che gli hanno regalato il titolo. Sei i tie break giocati a Wimbledon, cinque vinti (tra i quali i tre contro Matteo Berrettini) e soltanto uno perso, quello del terzo set contro Daniil Medvedev, ad oggi l’ultimo ceduto dal numero uno del mondo. A Cincinnati Sinner ha fatto invece tre su tre, insomma, un mostro.