Il caso
Parigi 2024, Perini e lo scippo della medaglia: cosa aveva sulla canoa
Scandalo alle Paraolimpiadi di Parigi 2024. Giacomo Perini, giovane canottiere romano alla prima partecipazione ai Giochi - si è visto soffiare una medaglia di bronzo conquistata sul campo per colpa di un dettaglio curioso. L'atleta infatti aveva gareggiato con a bordo il proprio telefonino. Ed è stato squalificato dai giudici, nonostante una "prova fantastica".
Dopo l'annuncio della squalifica è subito partita una sorta di battaglia legale con la giuria che accusava l'azzurro di aver "barato". Lui, però, si è difeso con grande convinzione: "Ho la coscienza a posto, è stata solo una dimenticanza". L'Italia ha immediatamente fatto ricorso per la restituzione del bronzo al ventottenne azzurro. Ma è stato respinto in primo grado. "Metteremo a disposizione i tabulati", ha fatto sapere la federcanottaggio che fa appello alla federazione mondiale.
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"Il cellulare a bordo non va portato, sono errori imperdonabili a una Paralimpiade: ma può succedere, è una dimenticanza - dice il presidente Cip, Luca Pancalli - Io dico solo che ho visto un azzurro chiudere la gara terzo". Sulla norma che proibisce il cellulare durante le gare olimpiche è sorto un vero e proprio giallo. La denuncia sarebbe partita dall'Australia, con Erik Horrie che ne ha beneficiato dato che è salito dal quarto al terzo posto. Ma tra gli italiani c'è la convinzione che la segnalazione sia avvenuta prima dell'arriva o, forse, addirittura alla partenza.
Tra l'altro la motivazione della squalifica desta sconcerto: per i giudici l'azzurro sarebbe stato "trovato mentre usava apparecchiature di comunicazione". La replica di Perini: "Dichiarano il falso. Nessuno mi ha fermato mentre usavo il telefono, portato per errore e mai usato. L'australiano? Io mi sarei comportato diversamente".