Il nuovo format

Champions League, perché la pesca per le italiane è stata fortunata

Claudio Savelli

Rapido giudizio al nuovo sorteggio: wow. È un’anteprima delle potenzialità della nuova Champions League e gasa tantissimo perfino Cristiano Ronaldo costretto a premere una trentina di volte il pulsantone magico. Solo i nostalgici a prescindere non si convertiranno al nuovo formato che aumenta la competitività, obbligando ognuno a pensare per sé e a dare peso a ogni singolo punto, partita, gol (la differenza reti sarà la prima discriminante in caso di arrivo a pari punti). Rapido giudizio al sorteggio delle italiane: bene. Una volta digerito, oseremmo dire benissimo. Partiamo dall’Inter, l’unica delle italiane in prima fascia, che poi contava relativamente visto che ogni squadra ne incontra comunque due di ogni fascia compresa quella di appartenenza.

I nerazzurri pescano il Manchester City fuori casa e il Lipsia in casa: il peggio e il meglio del gruppone delle top. Dalla seconda fascia, Arsenal (in casa) e Leverkusen (trasferta), dalla terza Stella Rossa (casa) e Young Boys (trasferta), dalla quarta Monaco (casa) e Sparta Praga (trasferta). L’Inter dovrà fare il pieno contro le ultime quattro e il Lipsia e probabilmente la gara decisiva sarà quella contro l’Arsenal in casa, soprattutto se l’obiettivo è «tentare di entrare nelle prime otto», come ha suggerito il presidente Marotta. La Juventus, per voce di Pessotto, si dice «entusiasta» del ritorno in Champions dopo un annodi astinenza. Pesca le stesse rivali dell’Inter dalla prima fascia, solo invertite nei campi: Manchester City in casa e Lipsia in trasferta.

 

 

Bene nella seconda con Benfica (casa) e Brugge (trasferta), meno bene nella terza con il Psv (casa) e Lille (trasferta) e nella quarta con Stoccarda (casa) e Aston Villa (trasferta). Ma il cammino della Juventus è più equilibrato nei valori, ha un solo picco contro il City e poi tutte partite abbordabili, soprattutto alla luce del mercato, dunque può sorridere. Anche il Milan può dirsi soddisfatto. Vero che dalla prima fascia non arrivano gioie ma Liverpool (casa) e Real Madrid (trasferta), due classiche di coppa, e nemmeno il Leverkusen (trasferta) dalla seconda è una passeggiata, però poi Brugge (casa), Stella Rossa (casa), Dinamo Zagabria (trasferta), Girona (casa) e Slovan Bratislava (trasferta) compongono oggettivamente un piacevole cammino.

L’Atalanta pesca l’accoppiata spagnola dalla prima fascia, Real Madrid (casa) e Barcellona (trasferta), e poi ospiterà a Bergamo anche l’Arsenal: grandi sfide in città. Il resto è nelle corde della Dea, che non deve dimenticare di essere la detentrice dell’Europa League: Shakhtar (trasferta), Celtic (casa), Young Boys (trasferta), Sturm Graz (casa), Stoccarda (trasferta). Il Bologna, che per voce dell’ad Fenucci si professa «orgoglioso di essere tornato in Champions», deve fare il pieno di punti in casa perché avrà quattro trasferte oggettivamente complesse. Al Dall’Ara arriveranno il Borussia Dortmund, Shakhtar, Lille e Monaco, sfide alla portata se Italiano avvicinerà la squadra ai livelli dello scorso anno, mentre in trasferta andrà due volte a Lisbona (Sporting e Benfica), a Liverpool e a Birmingham in casa dell’Aston Villa.

Secondo le prime stime, tra i 16 e i 18 punti si accederà alle prime otto posizioni che valgono l’accesso diretto agli ottavi di finale. Sarà determinante il calendario che arriverà sabato (perché oggi ci saranno i sorteggi di Europa League e Conference) perché è peggio incontrare per ultime le formazioni in corsa per gli ottavi o i playoff. Ecco, per i playoff, ovvero per i posti dal nono al 24esimo, potrebbero servire dai 10 ai 15 punti. In doppia cifra si evitano gli ultimi 12 posti che costano l’eliminazione diretta da ogni competizione Uefa. È chiaro che, in una classifica unica a 36 squadre, quindi quasi il doppio rispetto a quella di un campionato, ma con sole 8 giornate da disputare, le differenze saranno minime. Ogni punto peserà tantissimo, molto più che nei gironi del vecchio formato. E sarà proprio questo il bello.