Serie A

Milan e Inter, dopo la prima partita... una dritta ai tifosi meneghini

Claudio Savelli

 La prima partita non dovrebbe portare alcun giudizio. È una bozza di ciò che verrà, un disegno pieno di errori e di vorrei ma non posso, una prima e parzialissima indicazione. Scontato? Non per gran parte di tifosi che non migliorano mai. Aspettano la partenza falsa per sputare critiche. L’Inter pareggia a Genova, da sempre campo ostico, contro un ottimo Genoa, ma secondo la critica avrebbe dovuto stravincere. Allora via di giudizi o, meglio, di pregiudizi. «Serve il quinto a destra, serve quello, serve questo». Tutti a sottolineare cosa manca piuttosto che proporre modi per valorizzare quel che c’è, lavoro a cui è chiamato Inzaghi. Il Milan va sotto contro un ottimo Torino? Apriti cielo: «si stava meglio con Pioli perché magari non c’era ordine però c’era intensità» e via dicendo.

Chi giudica dopo una partita non ha capito cos’è il calcio contemporaneo, un percorso lungo in cui il lavoro è al centro e il lavoro, in quanto tale, non paga nell’immediato. Le milanesi restano le due favorite per il campionato perché contano sulle rose meglio distribuite. Ma ci si dimentica che favorite non vuol dire perfette perché serve lavoro, lavoro, lavoro sia per Inzaghi anche se riparte dalla base degli anni scorsi sia per Fonseca che inizia un nuovo progetto.

Lavori diversi, per la cronaca. Il tecnico nerazzurro è chiamato a innovare la squadra senza avere reali novità in rosa. Ci sono Taremi e Zielinski, è vero, ma non hanno caratteristiche diverse rispetto agli altri. Le ha Buchanan, per capirci, motivo per cui è stato acquistato a gennaio, ma tornerà a disposizione tra un paio di mesi. Inzaghi non ha nuove frecce al suo arco ma è costretto a inventarsi qualcosa perché l’Inter, come tutte le squadre che dominano un campionato, è stata studiata e compresa e incontrerà difficoltà che non ha avuto lo scorso anno.

Fonseca è invece chiamato a un lavoro di costruzione non solo di un impianto ma anche di una mentalità che deve essere più “operaia”, sia concesso il termine retorico. Non è un buon segnale che il Milan, reduce da due anni di presunzione tattica, si presenti con quattro attaccanti, un incursore in versione mediano (Loftus -Cheek) e un esterno adattato terzino (Saelemaekers) peraltro sul piede debole, ma viene aggiustato in corsa. Insomma, l’Inter ha bisogno di una novità, il Milan della normalità. Ma erano cose già note prima di cominciare. La prima giornata al massimo le ha confermate, e potrebbe non essere una brutta notizia.