Lo sfogo
Parigi 2024, l'appello del Ct della Francia a Mattarella: "Vorrei lavorare anche in Italia"
Si rivolge direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il c.t. della Francia Andrea Giani, che chiede alla prima carica dello Stato di poter lavorare anche in Italia. Dopo la grande vittoria con la Francia sua "sua" Italia, il c.t. nel post partita si rivolge direttamente a Matterella parlando della cosiddetta fuga dei cervelli, di cui, almeno un pò, si sente far parte. Il perché? Il c.t. non può svolgere un doppio incarico sportivo. "Però questo non accade nel pianeta femminile: Daniele Santarelli è il tecnico di una grande e vincente società, il Conegliano, ma allo stesso tempo fa il c.t. in Turchia. Nessuno ha il coraggio di prendere posizione su questa situazione".
Giani aggiunge: "Mi piacerebbe che il nostro straordinario presidente della Repubblica dicesse: ma come mai un italiano così lo mandiamo all’estero e non possiamo averlo in Italia? Nel mondo del lavoro i grandi professionisti hanno più incarichi, invece noi del volley ci rinchiudiamo in noi stessi in questo modo. Per la mia passione dovrò trasferire all’estero la famiglia: non per un anno, ma per più anni. Nel nostro Paese succede anche questo". Per il c.t., l’Italia come Paese "crea dei know how incredibili in più settori e poi li esporta, premiando di fatto i manager anche se vanno a lavorare in aziende rivali delle nostre. La stessa situazione succede anche nello sport: al Villaggio olimpico incontro tanti nostri tecnici, di più discipline, ingaggiati all’estero".
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Giani si dice molto dispiaciuto per questa situazione a cui vorrebbe chele istituzioni pensassero di più. I sacrifici per il c.t. sono stati tanti e difficili da gestire. "Gli stranieri dicono che abbiamo una marcia in più: hanno ragione. E noi la mettiamo a disposizione. Però nel volley nostro, al maschile, non sei premiato, ma anzi ostacolato", spiega lo sportivo per cui "è giusto che De Giorgi alleni l’Italia, è il c.t. perfetto in questo momento". Ma per l'uomo "ci sono altre nazionali e io ne guido una: è la mia passione, è il mio mestiere, perché dovrei rinunciare? Sono espatriato, vivrò con la famiglia all’estero ma non perché me lo chiede la federazione francese, bensì perché il campionato italiano, il mio campionato che tanto adoro, non mi permette di avere il doppio incarico e di essere tesserato per un suo club".