L'idea di De Cubertain

Parigi 2024: gare di break dance, arrampicata, skate. Alle Olimpiadi mancano solo gli artisti

Nicoletta Orlandi Posti

Oggi che tutto il mondo guarda a Parigi 2024 con tutti i suoi scandali e polemiche sono in pochi a ricordare che ci fu un tempo, neanche troppo lontano, che alle Olimpiadi partecipavano non solo gli atleti, ma anche gli artisti chiamati ad esprimere attraverso le loro creazioni la bellezza e l'emozione dello sport. Dal 1912 al 1948 infatti le competizioni artistiche erano parte integrante dei Giochi organizzati dal Cio, con medaglie assegnate in cinque categorie principali: architettura, letteratura, musica, pittura e scultura. Ogni categoria era suddivisa in ulteriori sotto categorie per consentire una più ampia partecipazione: la letteratura includeva prosa, poesia lirica ed epica, mentre la musica copriva composizioni orchestrali e strumentali, così come il canto solista e corale. Le ultime medaglie furono assegnate a Londra 1948, le prime nel 1912 a Stoccolma, dopodiché non se ne fece più nulla. Gli artisti essendo infatti ormai considerati professionisti e non potevano più partecipare ai Giochi che erano allora preclusi a chi non era considerato un dilettante. 

 

Alle competizioni parteciparono molti artisti di fama esprimendo attraverso le loro creazioni la bellezza e l'emozione dello sport. Tra questi il compositore Igor Stravinsky, la scrittrice Selma Lagerlöf, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura, ma anche i nostri Mino Maccari, Giuseppe Capogrossi, Marino Mazzacurati e anche il grande poeta Giorgio Capronì. Ma a contendersi i premi per l'arte ci furono anche famosi atleti come il tiratore americano Walter Winans, che vinse una medaglia nella scultura, e del nuotatore ungherese Alfred Hajos, che ottenne una medaglia d'argento per l'architettura. La Germania dominò nel medagliere artistico, seguita dall'Italia e dalla Francia. Alle competizioni parteciparono artisti di fama esprimendo attraverso le loro creazioni la bellezza e l'emozione dello sport.In quel trentennio il Cio applicò la visione olistica dell'educazione umana secondo cui l'arte gioca un ruolo essenziale accanto allo sport, alla base dello spirito con cui Pierre de Coubertin fondò le Olimpiadi moderne. Il barone, ispirato dagli antichi greci che erano convinti che la perfezione umana derivasse dall'armonia tra corpo e mente, considerava l'arte e lo sport due facce della stessa medaglia.  “È giunta l’ora di stabilire una nuova tappa”, scriveva De Coubertin nel 1904 in un articolo pubblicato su Le Figaro, “e di ripristinare l’Olimpiade nella sua bellezza originaria. Ai tempi dello splendore d’Olimpia, le lettere e le arti, armoniosamente combinate con lo sport, assicuravano la grandezza dei Giochi Olimpici. Dovrà essere lo stesso anche in futuro”. Nel 1906, De Coubertin convocò pertanto a Parigi una riunione del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale ch’era stato fondato nel 1894, per discutere il programma della nuova disciplina che debutterà sei anni dopo. Alla prima edizione delle gare d’arte, la gara d’architettura fu vinta dagli svizzeri Eugène-Édouard Monod e Alphonse Laverrière (quest’ultimo fu colui che progettò la stazione dei treni di Losanna) con un piano di costruzione per uno stadio. Nella letteratura vinse, con un’Ode allo sport, lo stesso Pierre de Coubertin, che però partecipò con un duplice pseudonimo “Georges Hohrod & Martin Eschbach”, e si prese la soddisfazione di battere addirittura Gabriele d’Annunzio, anche lui in gara. Per la musica, la medaglia d’oro andò all’italiano Riccardo Barthelemy che vinse con una Marcia trionfale olimpica. La medaglia d’oro della pittura andò a un altro azzurro, Carlo Pellegrini, che presentò tre fregi dedicati agli sport invernali. E la gara di scultura venne vinta dall’americano Walter Winans per il suo bronzo An American trotter.

 

Nel 1949, quando il Comitato Olimpico Internazionale decise di abolire le competizioni artistiche scatenò un mare di polemiche. Nonostante i tentativi di mantenere le gare, la decisione fu definitiva, e dal 1952 le Olimpiadi non inclusero più le competizioni artistiche, sostituite dalle Olimpiadi culturali, che comprendevano mostre e festival d'arte. Oggi, sebbene le gare d'arte non facciano più parte del programma olimpico, l'eredità di questo esperimento continua a vivere. Il CIO ha lanciato iniziative come il Concorso Sport e Arte e il programma "Olympian Artist", che invitano atleti olimpici e paralimpici a creare e presentare nuove opere d'arte. 

 

Chissà se accanto alle nuove discipline sportive - a Parigi 2024 ha fatto il suo esordio la break dance e, dopo il successo di Tokyo 2020, sono stati confermati il surf, l'arrampicata sportiva, lo skateboard, il ciclismo Bmx freestyle e il basket 3x3 - un giorno si tornerà alle medaglie per l'arte. Si accettano scommesse su chi sfoggerà la prima medaglia d'oro.