Predicano bene e razzolano male

Parigi 2024, in fuga dal Villaggio olimpico: perfino i francesi vanno in hotel

Mauro Zanon

Fuga da Alcatraz. O meglio, fuga dal Villaggio Olimpico. Sempre più atleti impegnati nelle Olimpiadi di Parigi stanno denunciando la follia green della Francia che nel villaggio che ospita gli atleti ha deciso di non installare l’aria condizionata. Tra i primi ad alzare la voce contro gli organizzatori figura Gregorio Paltrinieri, argento nei 1500 stile libero e bronzo negli 800: «Sono alla quarta Olimpiade, e questo sicuramente è il peggior Villaggio Olimpico. In camera non mi addormento mai prima delle due di notte. Fa troppo caldo. Noi qui siamo i protagonisti ed è impensabile non avere l’aria condizionata nelle camere. Non si possono trattare così gli atleti. Non siamo tutelati».

Simona Quadarella, al termine dei suoi 800 stile libero, ha ribadito il concetto: «C’è stato molto caldo, senza aria condizionata, tragitti di quaranta minuti di autobus, tutto questo debilita molto. La notte si dorme male, ci sono stati problemi e penso potevano gestirla meglio». Ma il più duro è stato Thomas Ceccon, campione olimpico nei 100 dorso. Dall’inizio dei Giochi, il nuotatore italiano sta allertando l’opinione pubblica sulle condizioni da incubo del Villaggio Olimpico, dalla pessima qualità del cibo all’assenza di aria condizionata nelle camere, che ha costretto diverse delegazioni a portarsi i condizionatori portatili da casa. Ieri, in un’intervista al Corriere della Sera, Ceccon ha spiegato di non essere mai riuscito a dormire come si deve per via del caldo insopportabile all’interno del villaggio.

 

 

«Se avessi dormito il giusto alcune gare sarebbero cambiate. Il cibo, ok, si sa che ci si deve adattare, ma il sonno è fondamentale. Io a casa dormo sempre al pomeriggio, qui non ci sono mai riuscito per via del caldo e questo mi ha penalizzato molto. Anche i letti non erano comodissimi», ha detto il nuotatore italiano al Corriere. Prima di lanciare una stoccata all’organizzazione di Parigi 2024 che, inseguendo l’ideologia ecologista, non ha messo tutti gli atleti nelle medesime condizioni. «Non tutti gli avversari erano nelle stesse condizioni perché moltissimi hanno scelto l’hotel: Popovici, i francesi, i coreani», ha aggiunto Ceccon.

Alcuni giorni fa, il nuotatore rumeno David Popovici, oro nei 200 metri stile libero, ha dichiarato in un’intervista a Repubblica di aver giocato d’anticipo per evitare che le condizioni del Villaggio Olimpico intaccassero le sue performance. «Ho eliminato il problema giocando d’anticipo: con il mio allenatore Adrian Radulescu abbiamo pianificato tutto più di un anno fa, scegliendo di stare in un hotel. I pasti li ho ordinati da fuori e ho chiesto al mio fisioterapista di cucinare alcuni piatti seguendo le ricette di mia madre», ha raccontato Popovici. I nuotatori coreani hanno resistito due-tre giorni al Villaggio Olimpico, prima di trasferirsi in un hotel vicino alla piscina olimpica, a Nanterre.

Ma veniamo ai francesi di cui parla Ceccon nella sua intervista. Il ciclismo transalpino, ad eccezione della BMX freestyle, si è riunito in una sede privata a Tremblay-sur-Mauldre, nel dipartimento delle Yvelines. Gli atleti bleu blanc rouge del triathlon, dell’equitazione e del golf hanno optato per alcuni alberghi della periferia parigina. I nuotatori, i maratoneti e i tennisti hanno scelto il Centre National d’Entraînement de la Fédération Française de Tennis, gli atleti di badminton, invece, l’Institut national du sport, de l’expertise et de la performance nel Dodicesimo arrondisse ment.

La squadra maschile di basket francese ha soggiornato presso il Centre de Ressources d’Expertise et de Performance Sportive (Creps) di Wattignies, vicino a Lille, prima di raggiungere le altre delegazioni all’Insep, a Parigi, per le finali. Alcune federazioni «hanno scelto da tempo di non alloggiare nel Villaggio Olimpico, in modo che i loro atleti possano beneficiare di un’assistenza più ampia», aveva dichiarato lo scorso aprile André-Pierre Goubert, vice capo della delegazione francese, confermando che gran parte degli atleti transalpini avevano snobbato il villaggio. «Ci sono diversi fattori che possono spiegare la decisione di non essere nel villaggio, ad esempio per essere più vicini ai luoghi delle gare o per avere più personale di supporto a disposizione», aveva aggiunto André-Pierre Goubert.

Anche la nazionale di calcio allenata da Thierry Henry, per prepararsi alla finalissima contro la Spagna in programma al Parc des princes il prossimo 9 agosto, ha deciso curiosamente di evitare il Villaggio Olimpico, andando a Clairefontaine, la Coverciano francese. «Come previsto da diverse settimane in caso di finale, i giocatori della squadra di calcio francese si recheranno a Clairefontaine per godere di tutti i comfort e delle strutture a loro disposizione in vista dello scontro con la Spagna al Parc des princes tra tre giorni. Sono arrivati martedì pomeriggio e vi rimarranno fino alla partita di venerdì», scrive Le Parisien, prima di aggiungere: «Hanno scelto la calma e la tranquillità». E l’aria condizionata.