Il grande equivoco ecologico

Parigi 2024, che brutta Parigi vestita di "verde"

Gianluigi Paragone

Se le Olimpiadi di Parigi volevano essere lo spot dell’ecosostenibilità, diciamo che il podio è davvero lontano. E la foto di Ceccon che dorme all’aperto per cercare un po’ più di fresco in mancanza di aria condizionata ce la dice lunga. A una settimana esatta dall’inizio delle gare quel che finora è emerso segna un clamoroso tonfo sia per Macron che per il Cio. I secondi non passa giorno che non debbano fare i conti con un problema: l’altra sera il lancio del peso è stato una farsa, per usare le parole del commentatore Rai. Macron invece si ritrova con un Paese senza governo e senza una maggioranza; colpa della spericolatezza con cui aveva aperto alla grande ammucchiata per far fuori il tandem Le Pen-Bardella. Quella ammucchiata che, guarda caso, è diventata scenografia plastica della cerimonia di apertura.

 

 

 

Macron e il Cio, dicevamo. Le cronache della vigilia ci avevano parlato di Eco-Olimpiadi, di Olimpiadi inclusive, di Olimpiadi zero sprechi. Beh, forse bastava intendersi e uno si arrangiava: per esempio, il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella si sarebbe portato un ombrello da casa o una mantellina non di plastica, opzione di fortuna poco ecosostenibile e persino inutile: si è inzuppato lo stesso ma ha fatto un figurone salutando la pattuglia italiana con senso istituzionale e sportivo. Recupereranno, dicevano. La Grandeur stupirà il mondo con qualcosa di grande, di epocale, tipo la balneabilità della Senna. Buummm! Nonostante tutti quei soldi spesi in bacini d’acqua piovana e collettori- «Questi Giochi olimpici ci stanno facendo pagare un sacco di tasse», aveva detto qualche giorno fa il noto dj Bob Sinclair intervistato dalla Stampa - la figuraccia è stata globale, cosmica: dai ritardi nelle gare agli atleti che vomitavano dopo l’immersione. «Da nuotatrice so bene cosa significa svegliarsi il giorno in cui devi dare il meglio e non conoscere le condizioni di gara: la Senna, il bacino, oggi o domani», aveva commentato Federica Pellegrini.

 

Sulla Senna ecosostenibile Macron ci aveva puntato tutte le fiches olimpiche e un miliardo e quattro di euro: voleva far vedere come si fa presto a riequilibrare ciò che l’inquinamento aveva deturpato. Invece la Natura ha risposto picche: i tempi di ripristino li conosce lei e se per decenni e decenni quel fiume importantissimo non viene curato, non bastano due annetti, i soldi e l’arroganza per fare pari e patta. Del resto questa è e sarà la morale della storia dell’agenda green europea: l’arroganza di pensarsi dio e riequilibrare ciò che l’ingordigia ha snaturato. Ora però dicono che bisogna fermarsi, che bisogna avere rispetto, che blablabla...

 

Dicono che bisogna sprecare di meno e per dare l’esempio anche nel Villaggio Olimpico hanno contingentato l’aria condizionata. Macron avrebbe fatto bene a ricordare che questa cosa dell’aria condizionata porta un po’ sfiga: «Volete la pace o il condizionatore acceso», disse Draghi qualche mese prima del capitombolo parlamentare. E che dire della mensa zero sprechi? Va bene non buttare il cibo ma se mancano uova, proteine, pollo e carboidrati nella dieta poi succede che cerchi un nutrizionista come un pusher. Un’ora e mezza per mangiare e 25 minuti per uno spiedino sono record olimpici di cui non andrei fiero se fossi negli organizzatori. «Ho fatto quattro olimpiadi: questa è sicuramente la peggiore», ha commentato il nuotatore Paltrinieri. Dopo solo una settimana.