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Parigi 2024, Novak Djokovic vince e si fa il segno della croce: "Ho dato cuore e anima"

Non c'era bisogno di un'Olimpiade perché Novak Djokovic entrasse di diritto nell'olimpo dei più grandi tennisti di tutti i tempi. Ma, grazie al successo nella finale di Parigi 2024 contro lo spagnolo Carlos Alcaraz ora il suo incredibile palmares è finalmente completo. Una medaglia d'oro voluta, sofferta e conquistata come solo Nole è in grado di fare. Poi quel pianto liberatorio, quasi come se fosse un bambino. E un segno della croce a ricordare qualcuno che forse non c'è più. O più semplicemente a ringraziare dio che gli ha donato un talento fuori dal comune.

"Ho dato cuore e anima per questo oro, il mio primo a 37 anni", ha detto al termine Djokovic, "sono felicissimo soprattutto per la mia Serbia. È stata una battaglia incredibile: quasi tre ore per soli due set". "Perdere cosi' fa malissimo", ha osservato Alcaraz, "ho avuto delle chances e non le ho sfruttate. Nei momenti difficili nel tie-break Djokovic ha fatto qualcosa in più, ha fatto quel vantaggio e se l’è meritato".

 

 

"Quel segno della croce, in un'Olimpiade che non ha niente di riconducibile al mondo cristiano, è parso al quanto sorprendente. E non è passato inosservato. "Vedere il grande Djokovic, un campione che ha vinto tutto nella vita, inginocchiarsi in campo dopo la vittoria e farsi il segno della Croce guardando in lacrime verso il Cielo, è una delle cose più belle di questi Giochi Olimpici", ha scritto su X il vicepremier Matteo Salvini