La voce di Sky

Vanzini, la voce della F1 di Sky: "Verstappen e Red Bull, caduta dell'impero. Qual è il problema della Ferrari"

Leonardo Filomeno

Carlo Vanzini legge trame recenti e presenti di questo pazzo Mondiale. Si spera, a bocce ferme, visto che anche il post Spa ha riservato sorprese assortite: vedi i percorsi di Sainz e Perez, o la squalifica di un illuminato Russell, che ha regalato la vittoria ad Hamilton e alla Ferrari di Leclerc un podio. Classe '71, milanese, tanto sci nel suo passato, nei Gran Premi su Sky la voce di Vanzini è un punto un fermo. Di più, oggi la sua è probabilmente la figura di maggior rilievo per chi segue in Italia la Formula 1.

Partiamo proprio dalla Ferrari, la cui situazione di stallo sembra ogni anno riproporsi.  
"Da quando è arrivato Vasseur è cambiata quasi tutta la linea di comando. C'è da mettere assieme un team che proceda compatto nella stessa direzione, affinché i piloti abbiano una macchina competitiva, e in grado di mantenere questa competitività nel tempo. In F1 non puoi trovare un assetto se c'è un perenne cambiamento in atto. E l'assetto non è Adrian Newey da solo. O l'arrivo di Lewis Hamilton o del Padre Eterno. Anche Ronaldo e Messi, in squadre senza coesione e gioco, da soli non vincono il Campionato. Al massimo, vinceranno 2 o 3 partite che non ti spettano. Come Leclerc, che ha fatto delle imprese eccezionali, portando la macchina in pole o sul podio. Oggi la Ferrari è chiamata a ricostruire innanzitutto il numero e la qualità delle persone che la compongono".
Al nuovo team principal quale giudizio? 
"Mi piace molto. Riesce a gestire situazioni complesse, anche con i piloti. Condivido la filosofia del non trattenere le persone purchessia. Se non ti trovi bene, ti saluta senza problemi. Sa che, se oggi ti concede quel 20% in più, tra un anno sarai di nuovo lì, a dire che te ne vai. Vasseur è un uomo di pista, come team principal ha fatto la gavetta. All'interno del paddock è stata scelta più azzeccata".
Vasseur meglio di Binotto?  
"Senz'altro riesce a mettere tutti nelle condizioni di dare il massimo. Binotto ci provava, forse non nella maniera giusta. Penso a figure che sono state messe in disparte, quando invece erano di assoluto valore. L'umore di una squadra lo capisci da quanto ti parlano le persone che ne fanno parte. Mugugni in Ferrari ne sentivo tanti prima. E se hai tante persone che mugugnano, e non sono serene, vuol dire che qualcosa che non va c'è. Adesso mugugni non ne sento più".
Il refrain ricorrente è una figura di raccordo, tra un bravo team principal e i vertici del gruppo. 
"Una volta Marchionne mi disse, riferendosi a chi c'era a capo della Ferrari all'epoca: 'Penso che sia una persona da cambiare. Ma finché non individuo una figura che mi dia la certezza di essere migliore, non cambio tanto per cambiare'. Troppo facile dire: 'Servirebbero Montezemolo o Briatore'. Personalità del genere in giro non ne vedo, francamente".
McLaren che non ne approfitta. A te la parola. 
"Piastri a Spa non ha fatto una gara eccezionale. Norris non ha raggiunto nemmeno la sufficienza. Dovevano vincere. E invece sono stati battuti. In qualifica e in gara. Un'altra volta. Un peccato, se guardiamo al percorso di crescita anche umano di una squadra che lo scorso anno ha avuto il coraggio di ribaltare una monoposto fallimentare in corso d'opera, sacrificando a bordo classifica la prima parte dell'annata. Norris ha perso tante occasioni per vincere, condividendo col muretto scelte infauste, e quella delle partenze è una grana su cui tanto c'è da lavorare. Piastri è il più giovane. Più di tanto, oggi, non gli puoi chiedere". 
E la crisi Red Bull non rientra... 
"E' un momento di quasi caduta dell'impero. Max in Ungheria è andato oltre con una squadra che lo ha supportato, allevato e fatto vincere 3 mondiali, sacrificando, per la causa, il compagno Perez. A volte un po' di riconoscenza servirebbe. Ma non fa parte di questo mondo. Però c'è anche da dire che isolarsi ogni gara, rispetto ad una situazione infernale all'interno della scuderia, non è semplice. E forse quanto è avvenuto in Ungheria è il riflesso di questa fase convulsa. In più, Max fa cose impossibili con una macchina con cui non vinci più a mani basse. Mentre il compagno Checo, al sabato, non si qualifica nemmeno tra i primi 15".
L'eterna riconferma di Perez merita una riflessione. 
"Avrei messo il 'vecchio' Ricciardo al suo posto, come a dire: se va, tanto di guadagnato, altrimenti addio carriera. E avrei lasciato Lawson e Tsunoda battagliare in Racing Bulls, anche per capire chi pescare nel 2025 in caso di defaillance dell'oriundo nel team principale. Invece per il prossimo anno, per la fu Toro Rosso, avrei puntato su Isack Hadjar, che sta correndo bene in F2, o su Ayumu Iwasa, che si sta distinguendo in Super Formula. Anche per tornare a dar credito alla filiera di giovani, da tempo un po' bloccata. Sulla conferma del messicano farei però un discorso più ampio".
Prego. 
"Gli sponsor sono una parte dei motivi (sorriso, ndr). Ma bisogna risalire al principio. E' stato un pilota forte e velocissimo. Il primo della Ferrari Driver Academy. Stava per vincere un GP in Malesia nel 2012 con Sauber, team satellite di Ferrari. Commise un errore e vinse Alonso. Fu automatico pensare che, cedendo la posizione a Fernando con quell'errore, firmasse in automatico il suo passaggio in Rosso. Luca Cordero di Montezemolo ritenne non fosse ancora pronto a reggere pressioni così forti. Passato in McLaren, furono botte da orbi tra Button e Perez. L'avvocato ci vide lungo".
Il resto della storia lo conosciamo.  
"Si è trovato in mezzo nella lotta tra Verstappen ed Hamilton, rivelandosi fondamentale ad Abu Dhabi nel 2021. L'anno scorso si ingaggiato nella corsa al titolo ed è stato quasi leader del Campionato. Ai piloti han detto di non cercare il giro veloce. Verstappen ha fatto il giro veloce. Da Miami '23 in poi ha cominciato ad andare giù di testa. A quei livelli, o sei connesso del tutto, o basta un niente per andare fuori binario. E' una questione mentale. Quando si alza l'asticella, c'è chi ci arriva e chi no. Come Perez".
L'ex Ferrari Luigi Mazzola ha designato Charles come l'anti-Max. 
"Dico anche io Leclerc. Lo ha dimostrato a inizio 2022, quando se la giocavano. Con Max è quello che lotta più lealmente, dando vita a gare bellissime".
Max sotto o sopra Lewis nella storia? 
"E' superiore solo come guida. Per il resto, direi che è sotto in tutto: come personalità, come personaggio. Chi è Lewis, e quale sia il suo percorso, lo sappiamo tutti. Hamilton ha una storia da film. Verstappen lo stiamo conoscendo solo ora, un po'. Che non è più un numero che stampa vittorie in serie, ma fa gare più combattute, talvolta sudate".
Hai detto: "Quest'anno abbiamo tanto spettacolo, peccato sia cominciato in ritardo". 
"E, inascoltato, ho aggiunto: 'Togliamo le comunicazioni via radio, questi continui coaching dai box ai piloti. Lasciamole solo per motivi di sicurezza'. Renderei obbligatorie le 2 soste. E sarei curioso di vedere, dopo la pausa estiva, un Mondiale azzerato. La F1 dovrebbe pensare ad un Campionato d'andata e a uno di ritorno, con due premiazioni, e poi assegnare il titolo di Campione del Mondo sull'arco di tutta la stagione. Per dare valore a due parti differenti di Campionato. Inoltre, più testa dei piloti e meno dati degli ingegneri. Se il pilota ha personalità, quando c'è da prendere una decisione essa emerge. Aldilà della squalifica, a SPA Russell ha fatto una scelta, e ha vinto. Hamilton si è fidato degli ingegneri ed è arrivato secondo. C'è troppo poca componente umana in questo momento. Troppi numeri annichiliscono la forza dell'uomo".
Top e flop fino a Spa? 
"Il flop più grande è la Aston Martin: la verdona è bellissima da vedere, la più bella macchina in pista. Però non funziona. Troppi soldi, e troppa carne al fuoco, tutta quella che c'è in giro. Una volta sulla brace, però, sistematicamente la bruciano. L'ascesa di McLaren e Piastri me l'aspettavo. I bei progressi di Hülkenberg e della Haas un po' meno". 
I più sottovalutati? 
"Russell, sempre nell'ombra di Hamilton. Poi Hülkenberg ed Albon, di cui si parla solo quando fanno qualcosa di buono. Se continua a sprecare occasioni, non solo per colpa sua, rischia di rientrare presto in questo elenco anche Norris".
Simpatici e antipatici. 
"Oggi sono tutti un po' costruiti. Lando è un finto simpatico. Fa il figo solo quando le cose vanno bene. Verstappen è vero, ma poco riflessivo. Leclerc è come lo vedi, acqua e sapone. Räikkönen non è mai stato finto. Uno che quando gli chiedi cosa lo annoi ti risponde: 'Star qua a far l'intervista con te' a me piace. Come Ricciardo. Che, a differenza di Norris, sorride anche quando le cose vanno male".   
Dopo Gilles, chi nella top 3 di sempre per te? 
"Piquet e Räikkönen. Non è una classifica di prestazioni. Ma di sentimento e cuore. Di quello che mi hanno lasciato e trasmesso. E che mi hanno fatto vivere".