A casa loro

Parigi 2024, "fino alla morte!": l'urlo in faccia alle francese delle italiane d'oro della spada

Un oro fantastico e preso in faccia ai francesi, quello della squadra femminile della scherma italiana che ha avuto la meglio lunedì della formazione di casa. Coppie di donne nate alle estremità del Paese, due friulane e due siciliane: Alberta Santuccio e Rossella Fiamingo a Catania, Mara Navarria e Giulia Rizzi a Udine. E proprio Fiamingo si è messa l’oro al collo pochi minuti dopo il bronzo nel nuoto del suo fidanzato, Gregorio Paltrinieri.  

Santuccio ha piazzato la stoccata della vittoria, nel supplementare del nono match contro la Mallo Breton: "Eravamo soltanto io e lei, la mia avversaria — il suo racconto —. Mi sono isolata per accendere la luce, ma abbiamo trionfato perché abbiamo tirato tutte unite, da vera squadra quale siamo. Abbiamo svuotato il Grand Palais, il loro tifo era la nostra carica”. Il motto di squadra “è una canzone di Tiziano Ferro e che urliamo prima degli assalti: ‘Nella buona e nella cattiva sorte, noi tireremo fino alla morte!’. Ora mi ricordo dei sacrifici che ho fatto, le tante uscite a cui ho rinunciato, ma ne è valsa la pena". 

 

 

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Rossella Fiamingo sull’oro quasi in contemporanea con il bronzo del suo fidanzato Paltrinieri ha ricordato “il lunedì sera al villaggio, erano le 22.30, ci siamo detti: “Domani dobbiamo ritrovarci qui con le medaglie al collo” — le sue parole — Ce l’abbiamo fatta”. Giulia Rizzi si è invece allenata in varie accademie francesi di scherma, tra Parigi e la provincia. A suo modo, è stata l’infiltrata del quartetto. Conosceva l’ambiente e le avversarie: "Ho rosicchiato tre stoccate nel penultimo match e ho riportato la squadra su — ha detto — In Francia ho imparato tante cose, tra tecnica e tattica. Dedico la vittoria ai miei genitori e a mio fratello, devo tutto a loro. Domattina (oggi, ndr) mi sveglierò con l’oro sul comodino e sarà bellissimo”.

 

 

 

Ultima, ma non ultima, è Maria Navarria, che dopo la medaglia ha detto addio alla scherma. Ha 39 anni e una famiglia, un figlio piccolo da crescere, ma non farà la casalinga. "Sì, chiudo qui — le sue parole — Sono laureata in Scienze motorie. Ho preso un master in economia alla Sapienza e un altro in comunicazione. Sono curiosa, qualcosa farò. Da atleta ho accettato l’esclusione dalla gara individuale, come persona un po’ meno, ma questo oro mi ripaga. Ero preparata ad affrontare il gran baccano del tifo francese perché da tempo faccio esercizi di respirazione e per estraniarmi mi servo anche dell’apnea. Ho pensato al mio bambino e al fatto che vengo da un piccolo paese vicino a Udine. Spero che il mio esempio possa servire a motivare".