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Djokovic, l'attacco frontale di Rune: "Sappiamo tutti cos'è successo", esplode il caso a Wimbledon

Una reazione al limite dell’incredibile, ma anche tipica di una leggenda del tennis che, se beccato, non le ha mai mandate a dire. Novak Djokovic è passato contro Holger Rune agli ottavi di Wimbledon e se la vedrà mercoledì contro Alex de Minaur. Il suo sfogo lunedì sera per dei presunti “boo” ricevuti durante la partita non è passato inosservato. Vendicandosi del pubblico a suo dire irrispettoso nei suoi confronti durante il match degli ottavi. Anche se c’è chi pensa che il modo del pubblico di sostenere Rune sia del tutto nella norma e non un attacco all’ex numero uno serbo. E intanto Rune, chiamato in causa sulla clamorosa reprimenda di Djokovic, ha spiegato così: "Sappiamo tutti cosa è successo: gridavano il mio nome — le parole del danese — Ma non credo che abbia avuto un ruolo importante nella partita. È arrivato un grande supporto per entrambi i giocatori". 

Proprio per questo Djokovic ha poi quasi ululato al momento di dare la buonanotte dicendo "gooood night", e imitando i versi dei tifosi. L’intervistato ha provato poi a stemperare i toni dicendo che la folla stesse gridando "Ruuuuune", e non fischiando lui, ma il serbo non ci ha creduto: "No, no, no. Non lo accetto — le sue parole — So che stavano tifando per Rune, ma è una scusa anche per fare "booo" a me. Ascoltate, sono nel tour da più di 20 anni e conosco tutti i trucchi. Mi concentro sulle persone rispettose che pagano il biglietto, amano il tennis e apprezzano i giocatori. Ho giocato in ambienti molto più ostili, fidatevi… voi non potete mancarmi di rispetto”.

 

 

Dopo la partita Rune ha provato a spiegare la questione dei “boo”. "Tutto è iniziato agli US Open, la prima volta che ci siamo affrontati, quando il pubblico cantava il mio nome e suonava un po' come ‘boo…’ — le sue parole — Poi ci siamo affrontati molte altre volte, come in Italia e in Francia dove non pronunciano il mio nome allo stesso modo e le cose sono state diverse. Ora siamo in Inghilterra. Se non sai bene cosa stava succedendo, probabilmente suonava come ‘boo'. Ma sappiamo tutti cosa è successo: ripeto, era il mio nome. Ha giocato così tante partite dall'ultima volta che mi ha affrontato…".

Alla fine, il danese ha provato a mitizzare l’accaduto "Se non si ricordasse quanto accaduto, probabilmente per lui sarebbe potuto suonare diversamente — ha concluso — Ma non credo che abbia avuto un ruolo importante nella partita. Era semplicemente migliore di me oggi. Che il pubblico fosse questo o quello… penso che sia stato di grande supporto per entrambi i giocatori, a dire il vero. Lo hanno esaltato quando ha fatto buoni punti. E mi stavano supportando. Insomma belle scene sul centrale".