Nel mirino

Palio di Siena, il mossiere rischia il posto: lo scandalo all'ultima corsa

Un caso turba il Palio di Siena. Nel mirino, infatti, ci finisce il mossiere Bartolo Ambrosione, il tutto per la partenza che ha lasciato un po' tutti perplessi. Già, non sembravano esserci le condizioni, eppure la gara è partita. E l'errore lo ha ammesso lo stesso mossiere: "Il mio errore più grave? Non avere dato buona la prima mossa che era meglio di quella che ho dato mezz’ora dopo. E la fortuna che comunque, in entrambi i casi, l’allineamento era buono", ha ammesso Ambrosione, decano del Palio, si pensi che era alla 19esima presenza sul verrocchio, meglio di lui soltanto Guido Guidarini che dal 1984 ad oggi ne ha collezionate 28.

Il punto è che quando Ambrosione ha deciso di dare il via, il tutto dopo la forzatura dei canapi di alcune contrade, la Lupa era ancora distante dalla corda: lo standard minimo della rincorsa prevede che almeno il muso del cavallo sia all'altezza del verrocchio, e non lo era. Le immagini parlano chiaro. "In questi giorni ho notato che si è forzato troppo. Questo ha condizionato anche il mio comportamento", ha ripreso Ambrosione.

 

Ora, però, contro il mossiere si muove anche Nicoletta Fabio, sindaco di Siena. Inizialmente aveva cercato di stemperare la polemica: "Facciamo una media tra una mossa giovane e un’altra non prontissima. Resta comunque un qualcosa che dura una frazione di un secondo e ci sono tante cose da valutare", aveva detto a caldo. Ora, però, il registro delle sue parole è mutato profondamente: "La macchina comunale, nonostante le novità assolute che ci sono state, è andata bene. Tutto perfetto però no, nel senso che c’è un aspetto che sarà oggetto di riflessione condivisa tra amministrazione e capitani, ovvero la mossa, non è stata all’altezza dell’aspettativa dei contradaioli".

In buona sostanza, il mossiere Ambrosione rischia il posto. Domani, domenica 7 luglio, verranno estratte le contrade per definire chi saranno i dieci a partecipare alla gara del 16 agosto. Dunque i dirigenti decideranno se continuare con lo stesso mossiere. L'ultima parola spetterà alla giunta comunale, che dovrà ufficializzare il nominativo. Un caso che nella storia del Palio di Siena ha ben pochi precedenti.