Punta del Diavolo

Milan, retroscena-Morata: lo spagnolo si è pentito e ora vuole i rossoneri

Pasquale Guarro

«Resto finché non vinco», ma come la mettiamo se poi a una certa chiama il Milan? Alvaro Morata adesso è confuso, qualcuno assicura sia addirittura pentito per via di un post pubblicato senza pensarci troppo su, un messaggio che l’attaccante ha rivolto ai tifosi dell’Atletico, gasandoli non poco: «Non riesco ad immaginare cosa possa significare vincere con questa maglietta e non mi fermerò finché non ci sarò riuscito». Applausi e colpetti d’appartenenza con la mano destra sul corazón, con la sinistra invece rispondeva al telefono: Ciao, sono Geoffrey (Moncada, ndr), torneresti in Italia? Attimi di disorientamento e riflessioni profonde, perché Alvaro in Italia ci tornerebbe eccome, però adesso c’è quella mezza promessa che pesa sull’immagine e sulla coscienza. Il Milan fa sul serio, i rossoneri sono intenzionati a pagare all’Atletico la clausola da 15 milioni di euro per offrire all’attaccante un triennale da 5,5 milioni di euro a stagione. Un’estate dopo, Milano torna nel suo destino, un anno fa a volerlo era Inzaghi per la sua Inter, a distanza di 12 mesi, invece, bussano alla sua porta Moncada, Ibra e Fonseca, mandandolo quasi in crisi. Evidentemente Morata è il giusto compromesso anche per un club che finora ha dettato linee guida ben precise sugli investimenti da produrre: no a grossi esborsi per calciatori dai 28 anni in su, si ai giovani di belle prospettive.

Ma in giro per l’Europa c’è penuria di punte, lo stesso Sesko, che i rossoneri avevano messo nel mirino, ha rinnovato con il Lipsia, club in cui dovrebbe giocare anche per la prossima stagione. Senza dimenticare Zirkzee, che però tra cartellino e commissioni costerebbe 55 milioni di euro. A proposito, la presenza di Kia Joorabchian a Milano (agente di Zirkzee) aveva agitato tifosi e cronisti, lasciando immaginare a un possibile nuovo incontro proprio con il Milan. Il realtà l’uomo d’affari iraniano si trova in Italia per questioni di natura personale. Infine c’è stata anche la voce Lukaku, che dal punta di vista tecnico rappresenta però qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre punte finora citate. Ecco perché in via Aldo Rossi hanno poi iniziato a pensare a Morata, un’idea nata quasi un mese fa, ma tenuta al riparo dall’assalto dei cronisti. La notizia adesso è divenuta di dominio pubblico e trova anche un senso logico nello sviluppo del progetto che intende impostare Fonseca. Morata sa essere insieme finalizzatore e uomo che lega i reparti, sa fare gol e sa fare assist, può giocare con accanto una punta e può essere il nove che gioca tra due esterni offensivi. Insomma, Morata è perfetto. L’unico neo è la data di nascita sulla carta d’identità: 23 ottobre 1992, 32 anni da compiere tra meno di 4 mesi.

 

 

Un aspetto che finora per il Milan non è mai stato marginale ma che forse adesso può diventarlo per i temi già trattati: un po’ perché Morata è Morata e un po’ perché in giro non è rimasto nulla che possa incendiare l’ambiente. È vero, Artem Dovbyk piace molto, ma il Girona chiede 40 milioni e non offre le stesse garanzie dello spagnolo. Nel frattempo i rossoneri lavorano anche per sistemare la corsia di destra: c’è già un principio di accordo con Emerson Royal, adesso va però trovata l’intesa con il Tottenham: a 20 milioni si chiude.