Il day-after
Euro 2024, Spalletti si incolla alla panchina: "Non mi dimetto". E con lui resta Gravina
"Se si è visto il miglior Spalletti? Evidentemente no, sennò non saremmo qui. Mi rimproverano di aver fatto ricorso a miti ed eroi, di aver puntato troppo alto, ma io sono così, e degli esempi bisogna averli. Ieri si è fatto un passo indietro importante che non si può accettare, ma si riparte da lì: io penso di sapere che cosa fare e cerco di metterlo in pratica". Nella conferenza stampa del giorno dopo, Spalletti chiude i giochi: si attacca alla panchina e resta in sella.
E ancora: "Ringrazio i tifosi per l'affetto dimostrato, i giocatori per la disponibilità e tutta la Federazione per la qualità e la disponibilità nel trovare le soluzioni per qualsiasi problema, il dispiacere è che attraverso il mio risultato non è stato possibile far vedere il loro livello di qualità, dipendono dai miei risultati e restano intrappolati dall'idea generale, mentre loro sono veramente dei top". Anche il presidente della Figc, Gravina, resta al suo posto: "Le critiche feriscono, mi prendo quelle costruttive. La richiesta di dimissioni? Lo dico in modo molto sereno, dobbiamo essere chiari. Non esiste nell'ambito di una governance federale che qualcuno possa decidere dall'esterno, vale per la politica o per chiunque altro. La mia scadenza è per il 2025, stavamo già organizzando le elezioni alla prima data utile. Andremo in un confronto democratico, quella è l'unica sede". Insomma nessuno paga per il disastro di Euro 2024. Una storia a cui siamo abituati. Del resto Mancini è rimasto al suo posto anche dopo la sconfitta con la Macedonia che c'è costata un mondiale. Il comportamento di Spalletti è in liena col suo predecessore.