Metamorfosi

Cristiano Ronaldo e i bolliti d'Arabia: Euro 2024, i campioni diventati ex giocatori

Claudio Savelli

Cristiano Ronaldo ha sempre detto che il calcio arabo è il nuovo eldorado perché ci è andato lui. Non ne era davvero convinto, anche se è un bel narciso sa benissimo che il suo straordinario rendimento (35 gol e 11 assist in 31 partite della Saudi Pro League) all’alba dei 39 anni è dovuto anche e soprattutto al ritmo degli altri. Un ritmo balneare, a dir poco, e a dimostrarlo sono gli “arabi d’adozione”, ovvero gli europei che la scorsa estate sono migrati verso il campionato del futuro, convinti dagli ingaggi multimilionari proposti dai principi.

Rivedere Brozovic e Milinkovic-Savic all’opera in mezzo a calciatori rimasti nel Vecchio Continente ha fatto impressione: andavano alla metà della velocità degli altri e a un terzo dell’intensità rispetto a quando sono partiti. Male, malissimo Brozovic (Al-Nassr) in Croazia-Spagna. Il regista che macinava chilometri ai tempi dell’Inter è un lontano ricordo. D’altronde se ti abitui ad un andamento lento negli allenamenti e in partita poi è dura reggere un rientro al calcio vero, considerando che ora le Nazionali giocano al ritmo dei club. Non meglio Milinkovic-Savic (Al-Hilal) in Serbia-Inghilterra: si è fatto notare per un pregevole colpo di tacco ma anche per una lentezza disarmante.

 

 

 

Considerando che l’ex Lazio non era un fulmine di guerra di suo, visto il fisico importante, fa comunque impressione vedere l’effetto collaterale dell’Arabia su un giocatore nel pieno dell’età (29 anni). Wijnaldum (Al-Ettifaq) aveva un ritmo compassato ben prima di andare in Arabia e i tifosi della Roma lo ricordano molto bene (complice il grave infortunio al ginocchio), ma la prestazione in Polonia-Olanda avrà rinfrescato la memoria: in 30 minuti ha messo insieme 3 passaggi e basta. Davvero niente altro, non un contrasto, un lancio, un tiro. Niente.

Sui centrocampisti si nota di più? Beh, il compagno serbo Mitrovic (Al-Hilal) è apparso davvero poco reattivo su due palloni che i compagni gli hanno recapitato in area, riflessi lenti e movimenti... peggio. Dei quattordici giocatori della Saudi League convocati in questo Europeo finora nessuno ha brillato. Ecco perché Cristiano Ronaldo si candida, come piace a lui, a salvatore della patria, intesa come il campionato di cui si fa sponsor.

 

 

 

Nel Portogallo che stasera (alle 21, diretta Rai e Sky Sport) sfida la Repubblica Ceca non ci sarebbe in teoria posto per lui ma bisogna farlo diventare il primo uomo nella storia del calcio a giocare 6 Europei diversi, dal 2004 al 2024, e il neo ct Roberto Martinez non vuole problemi. Se poi anche Ronaldo andrà a ritmo arabeggiante, sarà più facile metterlo da parte.