Tra i pali

Gigio Donnarumma, quelle voci clamorose dal ritiro di Iserlohn

Roberto Tortora

Nella storia della Nazionale italiana non c’è trionfo che non sia stato conquistato grazie alla forza mentale di un gruppo coeso, solidale e unito per la stessa causa. Così fu nel 1982, così è stato nel 2006 e la stessa storia si è ripetuta nel 2021, sotto il cielo di Wembley. Se a guidare la truppa di Roberto Mancini era, allora, il clan napoletano-pescarese composto dai vari Immobile, Insigne, Verratti e dai veterani Bonucci e Chiellini, adesso di quella truppa sono rimasti pochi soldati. A soli 25 anni, leader vero dell’Italia di Luciano Spalletti è diventato Gigio Donnarumma, eroe contro l’Inghilterra tre anni fa e capitano di questa squadra che guida come unico Masaniello rimasto a guidare la Rivoluzione. 

Il clima, all’interno del ritiro di Iserlohn, nel bell’albergo Vier Jahreszeiten, è sempre gioviale. Da Euro 2020 provengono anche Di Lorenzo, Cristante e Jorginho e solo quest’ultimo è più taciturno, a parte quando si va in campo e dirige l’orchestra. La leadership tecnica è in mano al blocco interista, quello dei campioni d’Italia Bastoni, Darmian, Dimarco, Barella e Frattesi, che tendono a cercarsi sia dentro che fuori dal campo. Ci sono, però, amicizie solide che perdurano fin dalle giovanili, tra Lazio e Roma, e poi proseguono tra Sassuolo e nazionali varie, come quella tra Scamacca e Frattesi, quest’ultimo ne racconta un po' in conferenza stampa, anche della famosa sala dei giochi voluta da Spalletti: “Ci conosciamo da una vita, alla playstation Gianluca è migliorato, a ping pong non ci gioco perché le spara tutte.

 

 

Facciamo invece dei bei due contro due con El Shaarawy. A biliardo i più forti cono Pellegrini e Bastoni”. Scamacca e Frattesi hanno condiviso 700 notti nella stessa camera di ritiro, ma qui in Germania si dorme da soli, ci sono solo singole. I “romani” invece sono Pellegrini, Calafiori e Folorunsho. Il contingente Juventus ha 4 alfieri: Gatti, Fagioli, Chiesa, Cambiaso. Quest’ultimo guarda il figlio del grande Enrico come un idolo: “Gli sono sempre vicino a pranzo e spesso gli chiedo delle emozioni che ha provato a Euro2020: ne parliamo e ora speriamo di replicare. Quella sera di Wembley io ero a casa con amici: il giorno dopo dovevo partire per il ritiro con il Genoa”.