Alterigia
Jannik Sinner numero 1? Sfregio di Mats Wilander: "Mera questione di computer"
Da lunedì, Jannik Sinner è numero uno al mondo e intanto, martedì, è stato omaggiato dalla sua Sesto firmando il Libro d’oro comunale, così da diventarne cittadino onorario. Il tennista italiano ha passato nel ranking Novak Djokovic, nonostante il k.o. in semifinale con Carlos Alcaraz al Roland Garros, poi vinto proprio dallo spagnolo diventato numero due al mondo. Il secondo, 22enne, con già tre Slam, il primo con uno e due anni in più. In molti oggi si chiedono chi tra loro due sia al momento il migliore, entrambi destinati comunque a condividere un futuro roseo nel tennis. Per Mats Wilander, l’ex fuoriclasse svedese, Sinner al primo posto è una mera “questione di computer”, mentre esiste solo Alcaraz.
Proprio Wilander lo ha detto in una intervista ai francesi de L’Equipe: “Con la fine dei big-3, questo ragazzo (Alcaraz, ndr) è una manna dal cielo per il nostro sport — le sue parole — Può rendere il tennis ancora più popolare. Ma serviranno altri successi del Grande Slam. Gli basterà un titolo all’anno per ricoprire questo ruolo”. Quindi la bordata a Sinner: “Essere il numero 1 è solo una questione di computer — le sue parole — Le persone preferiranno sempre il tennis dal vivo a una macchina”. Carlitos in particolare è il preferito da Wilander perché “ha molti modi diversi per fare punto. Non fa sistematicamente la scelta migliore ma l’arsenale è lì, a disposizione — il pensiero dello svedese — All’improvviso l’avversario non sa più su quale piede ballare. La ciliegina sulla torta? Sorride in campo! È un perfetto ambasciatore del tennis”.
Sentite le parole di Wilander, Adriano Panatta non c’è stato e ha difeso Sinner nel corso del podcast ‘La telefonata’ con l’amico Paolo Bertolucci, che non nasconde la soddisfazione per la sospirata conquista della prima posizione da parte di Jannik: “È stato come un parto — le parole dell’ex campione del mondo del Roland Garros 1976 — Siamo non felici, di più: una botta pazzesca per il tennis e per lo sport italiano. Eravamo veramente in pochi su quel carro fino a un paio di anni fa, poi ci si sono buttati tutti”. Spazio anche per una battuta tranchant: “Vedo che anche i politici fanno dichiarazioni. Chissà per chi avrà votato alle Europee Sinner. Sarà sicuramente europeista, è un cittadino del mondo”.
Nel corso del podcast, spazio infine c’è stato anche per qualche considerazione irriverende sul look dei protagonisti: “Vogliamo parlare di Tsitsipas? Quando giocavamo noi, eravamo più eleganti — ha detto ancora Panatta — Il greco sembrava l’Ape Maia, Alcaraz invece con un pantalone giallo e una maglietta grigia anonima e orrenda, senza considerare le scarpe che ormai sembrano Arlecchino”. Non impeccabile neppure Sinner, sotto questo punto di vista: “Con questa maglietta color ruggine non è che sia elegantissimo — ha concluso il tennista romano — Mentre Dimitrov sembrava uno che va sullo skateboard. Capisco gli obblighi contrattuali, ma sono evidentemente poco eleganti”.