Azzurri

Luciano Spalletti, il tormento del capitano a ridosso di Euro 2024

Claudio Savelli

Alla domanda "il capitano sarà ancora Gigio Donnarumma", Luciano Spalletti, non più tardi di una settimana fa, rispose: "Ad oggi il capitano rimane lui, poi si vedrà strada facendo". Una conferma parziale, con riserva. Suona strana per come consideriamo la fascia in Italia, ovvero un’elezione inderogabile, quasi mistica, del giocatore con più esperienza. Utilizziamo questo metodo un po’ superato delle presenze in azzurro (da sempre è capitano chi ne conta di più) e mai nessuno si è sognato di metterlo in discussione. Spalletti lo ha fatto a Napoli, indicando in Di Lorenzo, che non era primo per presenze, il suo capitano e chiedendo allo spogliatoio di confermare o ribaltare il risultato. Allora in quel 'ad oggi' associato a Donnarumma potrebbe nascondersi la tentazione del ct di cancellare una tradizione secolare e suggerire un cambio di capitano.

Il motivo sarebbe semplice: cronache narrano di un Gigio in pensiero per il suo futuro quando servirebbe uno che pensa solo al presente dell’Italia. Problema: il candidato numero uno al subentro è anche quello a rischio per la gara d’esordio contro l’Albania (sabato 15 ore 21. Gli azzurri poi giocheranno con la Spagna il 20 giugno alle 21 e chiuderanno il girone contro la Croazia il 24 giugno, sempre alle 21).
Trattasi di Barella, per cui Spalletti stravede anzi di più. Per puro caso l’interista è già vice-capitano secondo il metodo tradizionale: è infatti secondo per presenze in azzurro dopo Gigio (53 a 61), alla pari con Jorginho. Però, come ammesso dal presidente federale Gravina, la situazione di "Barella preoccupa un po’". Buffon, ex capitano che ha garantito una corrispondenza tra presenze e leadership, ha avvisato che il centrocampista azzurro "si sottoporrà agli esami clinici oggi per capire l’entità del fastidio" ma ha anche detto la sua sull’eventuale convocazione: "Nel 2006 volevano mandare a casa Gattuso a tutti i costi. Saltò la prima partita e poi divenne protagonista!". Lo stesso si può dire per Verratti nel 2021. Con 26 convocati anziché 23 c’è margine per portare qualcuno da recuperare in corsa, soprattutto se è Barella, quindi la chiamata non sembra in discussione. La fascia, forse, sì. Vicario non ha giocato per caso contro la Turchia. E in pochi si sono accorti che è la seconda consecutiva: aveva fatto il suo esordio in azzurro nella precedente sfida all’Ecuador che aveva chiuso la tournée americana. Fanno due indizi e se è vero che tre fanno una prova bisogna tenere d’occhio la scelta per l’amichevole di domani (alle 20.45, diretta Rai Uno) contro la Bosnia, l’ultima prima della prima in Germania. Finora Spalletti ha respinto la promozione di Vicario, senza però risparmiare qualche puntura a Donnarumma. Siccome lo ritiene un fuoriclasse, lo stuzzica nella speranza di ricevere reazioni positive. Si sa che Spalletti vuole 'uomini forti'. La poca serenità circa il futuro sarebbe scaturita dai 20 milioni investiti dal Psg su Matvey Safonov, 25enne portiere russo del Krasnodar.

 

E se è vero che Luis Enrique vorrebbe dare ancora più spazio allo spagnolo Tenas, vorrebbe dire che Gigio finirà sul mercato, ma ancora non gli è stato comunicato nulla. Alcuni calciatori soffrono questa incertezza durante le competizioni di inizio estate come gli Europei, altri, al contrario, reagiscono con orgoglio. Non si sa da che parte sta Donnarumma, la cosa certa è che un portiere meno di altri può permettersi oscillazioni emotive. La possibilità che Gigio e Barella non ci siano contro l’Albania non è così remota. Nel caso sarà difficile che Spalletti candidi un capitano a sorpresa, avviando magari una fascia itinerante nella rosa. Più probabile che affidi la fascia a Jorginho che, giocando contro la Bosnia, salirebbe a 54 gettoni, uno in più di Barella. Sotto ci sarebbero Chiesa (46 presenze), che però continua a essere un rebus tattico, e Darmian (42). Ecco, Darmian. Fosse lui l’idea 'strada facendo' del ct non ci sarebbe da stupirsi.