In semifinale

Jasmine Paolini stupisce al Roland Garros: non c'è solo Sinner

Leonardo Iannacci


Italiani (e italiane) brava gente. Quello che stanno combinando i nostri tennisti e le loro colleghe azzurre sui campi in terra battuta finalmente soleggiati di Bois de Boulogne, dove stanno andando in onda gli atti conclusivi dello slam più duro, ovvero il Roland Garros, non ha più limiti. Eravamo ancora lì a raccontare la semifinale raggiunta da Sinner e il ritiro di Nole Djokovic, operato ieri al menisco (rientrerà per le Olimpiadi a fine luglio) ed ecco l’intera armata azzurra colorare di felicità Parigi.

In un pomeriggio incantato Jasmine Paolini, la piccola grande donna del tennis italiano, erede nell’immaginario collettivo di Lea Pericoli, Flavia Pennetta e Francesca Schiavone, ha schiantato in tre set (6-2, 4-6, 6-4) la numero 4 del torneo, l’algida kazaka Elena Rybakina, già regina di Wimbledon 2022, e si è qualificata per la semifinale del tabellone rosa.

 

 

 

È la quarta azzurra a raggiungere tale traguardo dopo la stessa Schiavone, la Errani e Martina Trevisan. Un risultato eccelso per la 28enne nata a Castelnuovo di Garfagnana il 4 gennaio, sotto il fantasioso segno del Capricorno, ma residente a Bagni di Lucca. Una ragazza che supera di poco il metro e 60, iniziata al tennis da zio Adriano e che da ieri è entrata nella Top Ten.

 

EXPLOIT

Exploit che la dice lunga sul valore tennistico e morale dell’indomita Jas, una ragazza 2.0 che ama Jovanotti e Ligabue, ha sangue italiano da parte di padre e ghanese-polacco da parte di mamma che, da bambina, l’ha spesso portata con sé a Lodz, durante i mesi estivi. Con loro c’era anche Willy, il fratellino di Jas che sta prendendo anche lui confidenza con il tennis e promette bene. «Essere nella top ten è una sensazione incredibile», ha raccontato commossa mentre la Rybakina usciva mesta dal campo, travolta dai diritti e rovesci della Paolini. «Nel secondo set mi sono fatta prendere un po’ dall’emozione: mi sono detta, va bene, è una campionessa. Però non dovevo mollare ed eccomi qui». Rimanendo attaccata al match, anche quando la kazaka è riuscita a pareggiare il conto dei set, la Paolini non si è persa d’animo e ha colpito con la caparbietà delle campionesse.

 

 

 

Alla maniera di Sinner, è seguita da uno staff molto valido nel quale l’ex azzurro Renzo Furlan è l’allenatore, Tathiana Garbin la ct della squadra femminile azzurra, Danilo Pizzorno, Luigi Mazzola e Michelangelo Manganello i tre preziosi collaboratori. Quello di Jasmine è un 2024 già da incorniciare: a febbraio ha vinto il primo Master 1000 a Dubai battendo in finale una certa Anna Kalinskaya (Jannik, remember?). Poi ha trionfato a Roma in coppia con Sarita Errani e si è guadagnata la semifinale qui al Roland Garros, dove oggi affronterà la terribile 17enne Andreeva. Qualche ora dopo l’impresa con la Rybakina, Jasmine ha vinto pure il doppio con la Errani: due semifinali conquistate in un giorno.

Torneo felice se non trionfale per i tennisti azzurri visto che non è mai accaduto che una ragazza e una ragazzo italiano fossero arrivati sino alle semifinali: Sinner nel tabellone del singolare (giocherà domani contro Carlos Alcaraz, diretta sui canali Eurosport di Sky) e Jasmine in quello femminile. E che i sempre più sorprendenti Simone Bolelli e Andrea Vavassori si qualificassero per il penultimo atto nel doppio, dopo aver eliminato (1-6, 6-3, 6-4) le teste di serie numero 3, Rajeev Ram e Joe Salisbury. I due azzurri hanno centrato la seconda semifinale Slam in due major dopo la finale dell’Australian Open persa contro i solidi Bopanna e Ebden che li attendono in semifinale.

Son tutti figli di Jannik, si potrebbe pensare, ma per un giorno è sacrosanto dare il giusto valore ai nipotini e alle nipotine del nostro magnifico pifferaio magico. Oltre a Sinner, stanno stupendo anche Jasmine e Sara, Simone e Andrea, senza dimenticare Lorenzo (Musetti) e (Matteo) Arnaldi. Non per fare i patriottici, ma i ragazzi e le ragazze italiane muniti di racchette, sono davvero di un altro pianeta.