Tennis

Jannik Sinner, "le immonde sciocchezze di scribani ignoranti": chi finisce sotto accusa

Leonardo Iannacci

Lo avevamo lasciato al Foro Italico, agli inizi di maggio, mentre annunciava malinconicamente il forfait agli Internazionali di Roma. Un momento triste per Jannik Sinner che tutto avrebbe voluto meno saltare il torneo più caro a noi italiani.

C’era un’anca dolorante di mezzo che aveva fatto pensare (e scrivere) le più immonde sciocchezze sul suo stato di salute, facendo ipotizzare ad alcuni scribani ignoranti che «si trattava sicuramente di qualcosa di grave». Balle. Lo abbiamo ritrovato ieri, il rosso di Sesto Pusteria, con gli occhi della tigre mentre affrontava il suo primo incontro dopo i 27 giorni di stop e di recupero completo. Jannik è sceso in campo sulla terra rossa del campo parigino dedicato a Suzanne Lenglen, la divina creatura del tennis francese degli anni Venti e Trenta, tragicamente scomparsa all’età di 39 anni per una leucemia. Ebbene, nel turno d’entrata dello slam sulla terra rossa che si celebra al Roland Garros, Sinner è tornato lui: implacabile, glaciale, pronto a giocare il proprio tennis audace e irriverente, in discreta forma fisica, quindi consapevole di stare bene e mai tremebondo quando ha messo a dura prova quell’anca che lo aveva costretto a un periodo di riposo, cure e allenamenti dedicati.

Di fronte non aveva un asso di spade ma un pivot statunitense di due metri d’altezza, Christopher Eubanks, 28enne numero 46 del ranking che ha come miglior risultato in carriera i quarti di finale raggiunti a Wimbledon 2023. Nessun problema per il nostro rosso di Sesto: nel primo set ha strappato per tre volte il servizio al malcapitato americano vincendo 6-3, nel secondo si è limitato a un brek poi conservato co giudizio per bissare lo stesso punteggio della prima frazione, nella terza ha avuto qualche sbandamento di troppo, non ha servito come nei giorni migliori ma ha chiuso il discorso con un perentorio 6-4. Sinner ha fatto segnare il 78% di punti vinti al servizio con la prima, 33 vincenti a 27 e quasi la metà degli errori gratuiti: 24 contro 42.

«Sono contento di essere tornato in campo, questo è un torneo speciale per me, qui ho giocato il mio primo quarto di finale in uno Slam. L’anca sta bene, abbiamo lavorato tanto con il mio team. Non sono al 100%, sto costruendo la condizione via via e penso già al prossimo avversario che è Richard Gasquet», ha detto alla fine. Incontrerà il veterano francese (37 anni e numero 124 del mondo) domani. Non ci dovrebbe essere partita anche se il talentuoso tennista nato a Bèziers è l’idolo del pubblico del Roland Garros che lo ha adottato con affetto.

 

Morale? A tratti ieri abbiamo rivisto il tennis irresistibile a cui Jannik ci ha abituato, persino migliorato nella risposta di rovescio che, ora, è diventata un proiettile basso e quasi ingiocabile nell’altro lato del campo. Ma quello che ha rasserenato tutti - anche se già da giorni il suo staff ci aveva confidato ottimismo spinto sulle sue condizioni - sono stati gli occhi del campione, quello sguardo felino che ha portato Jannik a vincere uno Slam, la Coppa Davis e a marciare spedito verso il numero 1 del ranking che raggiungerà al 99 per cento alla fine del Roland Garros.

Sinner centrerà questo incredibile risultato se: arriva in finale, indipendentemente dal risultato di Djokovic o in semifinale se Nole non vince il torneo; se arriva ai quarti, agli ottavi, al terzo turno o al secondo e il serbo perde prima della finale; se l’attuale numero 1 va ko ai quarti. Il trono è a un passo.