Trent'anni dopo

Ayrton Senna, lo straziante ricordo di Patrese: "Impressionante", il lato mistico del campione

Oggi, Primo Maggio 2024. Trent'anni fa - Primo Maggio 1994 - la morte a Imola di Ayrton Senna. La disgrazia che ha sconvolto, e stravolto, la Formula 1. Addio al più grande, al più forte. Una ferita che non si è mai rimarginata. E il ricordo di Ayrton resta vivo, più forte che mai.

E a questo ricordo si unisce Riccardo Patrese, che parla del collega scomparso in un'intervista a La Stampa. Si ricorda dov'era al momento di quel disgraziato schianto? "A casa, davanti alla tv. Già trent'anni, non ci credo", spiega il pilota italiano. Che cosa le ha lasciato Ayrton? "A quei tempi i piloti si frequentavano anche fuori dai circuiti, capitava di andare in vacanza insieme tra un Gp e l'altro. E poi io e lui vivevamo a Montecarlo, spesso si usciva insieme per una corsetta. Diventammo amici", ammette.

Quando gli chiedono se c'è qualche pilota che gli abbia ricordato Senna, Patrese taglia cortissimo: "Impossibile". Neppure Lewis Hamilton e Max Verstappen? "Verstappen è super, per Hamilton stravedo, ma Ayrton era unico. Secondo lei si sarebbe mai presentato nel paddock vestito come Lewis?", ironizza.

 

E ancora, aggiunge: "Sono le persone, prima dei piloti, a non essere comparabili. Senna aveva un lato mistico e cosa significava per i brasiliani lo si è visto con il fiume di persone in strada a San Paolo per i funerali. Impressionante". Ayrton avrebbe potuto vincere di più? "Non c'è dubbio, Michael Schumacher si è trovato la strada spianata", conclude con nostalgia Riccardo Patrese.