Panchine

Milan, per il dopo Pioli spunta Van Bommel

Claudio Savelli

 L’unico lato positivo del derby per il Milan è stata la presenza di Gerry Cardinale che, nelle ore precedenti e immediatamente successive alla partita, ha potuto parlare dal vivo con Ibrahimovic e Furlani. La brutta notizia (oltre al risultato e tutto ciò che ne è conseguito) è che il numero uno rossonero è già ripartito per gli Stati Uniti. Avrebbe potuto trattenersi per programmare il futuro, in fondo il Milan da qui alla fine della stagione sarà diviso in due squadre: quella agli ordini di Pioli che deve chiudere al secondo posto (sabato alle 18 la Juventus); e quella agli ordini (da remoto) di Cardinale che deve gettare le basi della ricostruzione, nella consapevolezza che la Champions League è virtualmente acquisita. La priorità è la scelta del nuovo allenatore, anche se Pioli conserva un minimo di speranza di essere confermato (in alternativa sa di poter diventare il preferito di De Laurentiis per il Napoli). Il Milan non si è portato avanti su nessun candidato perché Conte e, volendo, Sarri, i due su cui poteva farlo, non scaldano il cuore della proprietà: troppo ingombranti. Cardinale chiede un allenatore di respiro internazionale, emotivamente equilibrato, che sposi un progetto a medio-lungo termine. La filosofia è la stessa con cui il club ha condotto il primo mercato post-Maldini in estate: giocatori di prospettiva che hanno frequentato le coppe europee, non per forza affermati odi grido.

PREFERITO
Il preferito era Emery ma l’Aston Villa ha prontamente annunciato il rinnovo del tecnico che sta portando la Champions fino al 2027. Lopetegui, dopo essere stato nominato, è stato pure bocciato senza riserve. Xavi? Non convince per le troppe lamentele in pubblico e per il sinistro addio anticipato al Barcellona. Su Thiago Motta non si accelera nel tentativo di superare la Juventus perché non ha un carattere facile, esattamente ciò che la proprietà vuole evitare. Ecco allora i tre nomi sul tavolo al momento: Conceicao, Fonseca, che però è un candidato autorevole per il Marsiglia e quindi muove una certa concorrenza, Van Bommel. Quest’ultimo sta facendo bene all’Anversa nel campionato belga - primo lo scorso anno più coppa e supercoppa belga, terzo in questo ed è uno dei nomi proposti da Ibrahimovic, suo compagno nell’anno del penultimo scudetto al Milan.

 



RAMPA DI LANCIO
Oltre che giovane (47 anni) e in rampa di lancio, trova l’affetto del pubblico, per cui sarebbe gradito. Gli italiani (Italiano, Gilardino, Palladino) sono considerati l’ultimissima spiaggia. Se arriveranno, sarà perché il Milan avrà fallito l’ingaggio di tutti i candidati stranieri. Non sono comunque escluse sorprese, dovesse qualche nome buono venire esonerato dal proprio club. Chi? Pochettino dal Chelsea o Rose dal Lipsia. Due che rispondono pienamente all'identikit, ma su cui ora si può al massimo lavorare sotto traccia. Così come si fa sul mercato giocatori, per cui Furlani intanto ha anticipato la strategia: non più una ristrutturazione ma una rifinitura di quanto fatto. L’idea è chiudere 4-5 acquisti nei ruoli deboli, non di più. Uno è la punta visto l’addio di Giroud: Sesko (20 anni del Lipsia), Gimenez (23, del Feyenoord), Zirkzee (22, del Bologna), David (24, del Lille), i candidati in ordine di preferenza, ma anche di prezzo (da 65 a 30 milioni). Poi il mercato verterà su un centrale difensivo, un terzino destro e un mediano, necessari qualsiasi sia l’allenatore scelto, magari facendo cassa con Bennacer e, in caso di offertona, Maignan.