Che lungolinea
Sinner a Roma, Binaghi affonda Adriano Panatta: "Tecnicamente fallito"
Sarà Jannik Sinner il protagonista più atteso dei prossimi Internazionali d'Italia a Roma, il torneo "di casa" in cui il 22enne altoatesino potrebbe addirittura trovare i punti necessari per scavalcare nel Ranking Atp Nole Djokovic e diventare il primo italiano nella storia al numero uno del tennis mondiale.
Nella Capitale si respira già l'aria delle grandissime occasioni, con l'edizione numero 81 che avrà numeri da primato per biglietteria, fatturato e impatto economico e sociale. I passi da gigante fatti da tutto il movimento, grazie alle prestazioni del "Rosso" (ma anche dai giovani che avanzano senza tralasciare i segni di rinascita del settore femminile con Jasmine Paolini) spinge il presidente della Fitp, Angelo Binaghi a guardare ben oltre il presente e puntare ancora più alto.
"Per chi l'ha vissuta, è più difficile la strada che ci ha portato in vent'anni da una manifestazione tecnicamente fallita a un torneo con upgrade, rispetto a quella che ci separa da un monopolio dei quattro slam che non durerà sempre". Il riferimento, polemico, è anche ad Adriano Panatta che ha diretto gli Internazionali fino al 2002.
Roma, insomma, si candida a diventare il quinto slam dopo gli Australian Open, il Roland Garros, Wimbledon e gli Us Open. "Per la credibilità che l'Italia si è creata, credo che saremo protagonisti e che, come successo con le Atp Finals, i veri valori verranno fuori. Roma ha grandi prospettive. Quando accadrà non lo so ma non abbiamo raggiunto il punto più alto", ha sottolineato Binaghi. Dunque quelli che inizieranno il 6 maggio (fino al 19) non saranno gli Internazionali della consacrazione ma la tappa iniziale di un percorso che ha come obiettivo quello di diventare ancora più grandi, forti e ricchi agli occhi del mondo. Dopo il successo della passata edizione, anche quest’anno la kermesse romana si riproporrà nella sua ‘versione upgrade’: un site ulteriormente ampliato e migliorato, permetterà alle migliaia di tifosi che raggiungeranno Roma da tutto il mondo, di godere al meglio degli oltre 300 match offerti dal programma del torneo.
"Domani raggiungiamo e superiamo il record storico dello scorso anno di 22,46 milioni di euro, con 25 giorni di anticipo sulla data della finale. Puntiamo a superare 350mila spettatori. La velocità di crescita, mai così alta, quest'anno è pari al 36% anno sull'anno e a oggi sono circa 29.000 i biglietti venduti all'estero. Si respira un'aria frizzante", ha spiegato Binaghi snocciolando i numeri da primato nella 'pancia' del Colosseo che suscita grandi imprese. C'è infatti un'ondata tsunami in arrivo, in termini di affluenza. E il problema è diventato lo spazio per gestire un afflusso degno di uno Slam. "Più che la copertura del Centrale il problema è la capienza, gli stadi dove si giocano tornei come il nostro devono averne una di 12.500 spettatori, la nostra è di 10mila. Spero la copertura possa arrivare il prima possibile per raggiungere la capienza che ci è imposta dalla normativa. Rumors mi dicono che qualche passo in avanti è stato fatto, ma insomma... Mi ricordo quando qualcuno più importante di me aveva annunciato che c'eravamo e che l'anno successivo sarebbero partiti i lavori. Siamo ancora qua", ha spiegato Binaghi lanciando il suo lungolinea.
"Ragionavo sul fatto che gli antichi romani avevano un 'centrale' più capiente del nostro, erano messi meglio. Siamo in deroga perché rispetto agli standard richiesti per i Master 1000 mancano 2.500 spettatori e questo è ancora più attuale dove andiamo due mesi prima in sold out con le finali nonostante il raddoppio dei prezzi. Il Centrale è piccolissimo, avessimo un Colosseo... riusciremmo a soddisfare la domanda di migliaia e migliaia di appassionati". Dal Foro Italico all'Anfiteatro Flavio, dove mesi fa quel 'gladiatore' del tennis di nome Jannik Sinner mostrò la coppa vinta agli Australian Open.