Il caso

Milan-Inter, il pugno di Calabria e la rissa furibonda: minuti di recupero da incubo

Roberto Tortora

È finita come peggio non si poteva. Per il Milan ovviamente, che ha perso il sesto derby di fila, in casa, ha regalato il ventesimo Scudetto all’Inter, quello della seconda stella e, come se non bastasse, nel finale di partita la squadra ha sfogato male tutto il nervosismo che aveva a fior di pelle dopo una settimana tra le più negative della sua storia. Prima Theo Hernandez si è scagliato contro Denzel Dumfries, al 94’ i due si sono a lungo presi per il collo e i rispettivi compagni di squadra hanno dovuto faticare molto per dividerli. L’arbitro, il giovane Andrea Colombo della sezione di Como, ha avuto personalità e li ha mandati subito a fare la doccia, con l’interista che aveva il colletto della maglia visibilmente alterato.

Dagli spalti sono piovuti insulti e improperi all’indirizzo di entrambi, ma, nonostante fosse il Milan a giocare in casa, è stato il difensore francese a beccarsene di più, perché molti dei suoi tifosi avevano già lasciato lo stadio, per evitare di ritrovarsi in mezzo alla festa dei baùscia. E con quest’ultimo episodio, Theo si è guadagnato la medaglia ben poco onorevole di giocatore avversario più detestato dai tifosi nerazzurri.

 

 

Poi, quando stava per scoccare il 96’ con i rossoneri tutti protesi in avanti, compreso Maignan, per cercare quel gol del 2-2 che avrebbe quantomeno evitato l’umiliazione in faccia dei cugini, sull’ultimo calcio d’angolo a disposizione Calabria ha mollato un pugno a Frattesi sulla linea di porta nel tentativo molto poco ortodosso di divincolarsi dalla marcatura. Il rosso gli è stato subito sventolato sotto il naso e il capitano del Milan è uscito dal campo furibondo, lasciando la squadra addirittura in nove. Sia lui che Theo salteranno la partita di sabato all’Allianz Stadium contro la Juventus, fondamentale per tenere i bianconeri a debita distanza e non perdere anche il secondo posto in campionato.