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Allegri e la rescissione dalla Juve. In trappola: "Chi lo vuole ora"

Claudio Savelli

Ormai da tempo si parla del futuro di Max Allegri, ma solo dal punto di vista della Juventus. E da quello di Allegri? Che futuro si prospetta per il mister? Qual è il destino che si sta materializzando di fronte ai suoi occhi?

È un argomento che può interessare anche chi, nel tifo bianconero, non aspetta altro che Max venga esonerato perché delinea i contorni del calcio contemporaneo. Si deve partire dall’ulteriore anno di contratto che lega la Juventus al tecnico. A prima vista è uno svantaggio per la società - 7 milioni netti all’anno, 13 lordi, per 4 stagioni, è l’ultimo contratto folle della precedente dirigenza - e un vantaggio per Allegri, protetto dalla sicurezza economica.

 

 

 

Ma se si considera la ricchezza acquisita del mister - senza volergli fare i conti in tasca - potrebbe essere uno svantaggio per Allegri stesso, tutt’altro che intenzionato al momento a trattare un’eventuale rescissione di contratto con annessa buonuscita. Perché, in caso di esonero, Allegri resterebbe vincolato alla Juventus per un ulteriore anno e a quel punto sarebbe obbligato a un riposo forzato. Per un mister che non ha più una buona pubblicità, soprattutto verso l’estero che prima lo cercava con insistenza, fermarsi un anno potrebbe essere un problema. Cinque anni fa si prese due stagioni sabbatiche ma era all’apice del successo e della notorietà, veniva da cinque scudetti consecutivi e due finali di Champions, poteva permetterselo perché sarebbe rientrato nel grande calcio dalla porta principale, cosa in effetti avvenuta. Ma il calcio nel frattempo è cambiato, gli allenatori vecchia scuola non sono più così desiderati, e in questi tre anni Allegri ha perso l’aura da vincente che si portava dietro.

 

 

 

L’aura alternativa oggi più ricercata, quella di costruttore di identità, valorizzatore di giocatori, creativo del gioco, non se l’è costruita. Ennesima prova il derby, uno dei più spogli di gioco e di passione della storia recente, come se la Juventus (ma anche il Torino) fosse in un limbo in attesa del futuro. L’alternativa è che un club ingaggi Allegri in estate e questi, per forza di cose, si svincoli dalla Juventus, ma chi potrebbe interessarsi a lui? È difficile pensare che Allegri riesca a strappare ancora un paio di ingaggi importanti come, ad esempio, è riuscito a fare Mourinho, per citare un collega che non ha voluto e saputo innovarsi nel gioco.

Potrebbe pensarci il Bayern Monaco, storicamente attento agli allenatori italiani e magari attratto da un gestore di campioni dopo gli esperimenti falliti con Nagelsmann e Tuchel, ma anche i bavaresi sembrano orientati su tecnici emergenti, come del resto il Liverpool e il Barcellona. In Italia non c’è posto tra le grandi e chissà se Allegri accetterà mai un ingaggio minore. Fosse un appassionato vero, dovrebbe pensarci. Altrimenti converrà darsi all’ippica, dove i suoi cavalli vincono: letteralmente, beninteso.