Scandalo

Yamal? "Finisce al semaforo": porcheria razzista in diretta tv contro il baby del Barcellona

"Agghiacciante", non potrebbe esserci frase migliore per definire il commento rilasciato da Mono Burgos, ex secondo di Simeone all'Atletico tra il 2012 e il 2020, su Lamine Yamal, attaccante del Barcellona impegnato mercoledì sera nella sfida del “Parco dei Principi” vinta dal Barcellona per 3-2 sul Psg di Gigio Donnarumma.

Il giocatore spagnolo è stato preso di mira da Burgos con un commento stereotipato razzista riguardante i ragazzi africani che fanno i venditori ambulanti in strada. Per questo sia il Psg sia il Barcellona hanno deciso di non concedere interviste né intervenire in altro modo ai microfoni di Movistar Plus per la frase usata dall'ex tecnico, oggi opinionista.

 

 

 

La frase di Burgos è stata pronunciata nel corso del pre-partita, quando le squadre effettuavano il riscaldamento sul terreno di gioco e le telecamere hanno inquadrato il giovane talento spagnolo della squadra blaugrana, intento a palleggiare prima che iniziasse l'andata dei quarti di finale di Champions. Burgos lo ha ‘accompagnato negli spogliatoi' con quel pensiero assolutamente fuori luogo: "Guardate la qualità e i piccoli tocchi di Lamine!", ha detto la conduttrice, Susana Guasch. La voce dell'ex colchoneros  è di quelle agghiaccianti: ”Attenti… il calcio è come la vita. Se non fa bene rischia di ritrovarsi al semaforo”. Da allora è scaturito un ciclone di accuse e polemiche e a Burgos non sono bastati né chiarire il suo pensiero, né le scuse, né fare ammenda ulteriore per essersi espresso male. 

 

 

 

Una frase detta in leggerezza, insomma, quella del tecnico, che ha poi chiesto scusa: “Se qualcuno si è sentito offeso — ha ammesso — mi dispiace e mi scuso pubblicamente. Ci tengo a dire, però, che non c'era alcuna intenzione da parte mia voler ferire qualcuno. Anzi, avrei voluto io stesso avere le qualità di Yamal. Ripeto, non volevo offendere nessuno. Sono stato troppo leggero nell'esprimermi, di questi tempi bisogna fare molta attenzione per non essere fraintesi. Mi scuso ancora”.

Quell'atto di contrizione e sincero pentimento non è bastato. Il giornalista Ricardo Sierra ha riferito della chiusura netta presa dai club pochi minuti dopo la frase di Burgos: "Barcellona, Uefa e Paris Saint-Germain ci hanno informato che nessun calciatore avrebbe parlato con noi di Movistar perché profondamente offesi e arrabbiati per un commento fatto prima della partita. Abbiamo portato le nostre scuse".