Il Barça ringrazia
Donnarumma, disastro-Champions: due gol regalati, Psg ko in casa
La due giorni di Champions League, con l’andata dei quarti di finale, ci ha regalato quattro partite di altissimo contenuto tecnico e di grande spettacolo. Diciotto gol in totale, la media di 4,5 a partita. E se molti di questi sono autentiche prodezze (Dembelè, Valverde, Foden etc.), altri però hanno denotato non pochi errori difensivi. Per quanto riguarda la partita tra Paris Saint-Germain e Barcellona, vinta dall’undici di Xavi per 3-2 in rimonta al Parco dei Principi, protagonista in negativo è stato, ancora una volta, il nostro Gigio Donnarumma.
Portiere prima del Milan e poi della Nazionale, alfiere dell’Europeo vinto solo 3 anni fa, Donnarumma vive ancora una carriera fatta di troppi alti e bassi. Grandi parate e grandi disattenzioni. Così, come nella fase a gironi, quando aveva “tradito” contro il Newcastle vittorioso 4-1 in casa, adesso si è ripetuto in due dei tre gol messi a segno dai blaugrana.
Il primo è proprio lo 0-1 catalano a firma del brasiliano Raphinha. Sul cross esterno dalla trequarti destra di Lamin Yamal al 37’, infatti, Gigio esce male e con i tempi sbagliati nel tentativo di anticipare Lewandowski, manca il pallone e finisce con il creare una voragine che Raphinha sfrutta per infilare con il destro il gol del vantaggio del Barcellona. Le uscite, da sempre un difetto cronico del portiere di Castellammare di Stabia, fin dai tempi in cui difendeva la porta del Milan.
L’altro errore è, se vogliamo, più grave, perché definisce il risultato finale. Minuto 77, calcio d’angolo dalla sinistra di Gundogan e, ancora una volta, Gigio fallisce nell’uscita, nel senso che non ci prova nemmeno ad anticipare il colpo di testa del neo-entrato Christensen che, indisturbato nell’area piccola, realizza il gol del 2-3 e consente ai blaugrana di partire con un bel vantaggio al Camp Nou nella gara di ritorno. Per il PSG, che l’anno prossimo sarà orfano di Mbappé promesso sposo del Real Madrid, servirà l'impresa per tentare l'assalto a quella Champions annusata, sfiorata e mai toccata in tanti anni di investimenti milionari da parte dello sceicco Al-Khelaïfi. Donnarumma deve decidere cosa vuol fare da grande, soprattutto per non far sì che addosso gli resti appiccicata la spiacevole etichetta di “Paperumma”.