Eredità

Novak Djokovic, da Boris Becker il colpo di grazia: "Tutte le cose belle finiscono"

Roberto Tortora

Fermi tutti, quando parla un ex-tennista che ha vinto 49 titoli, tra cui 6 Slam ed è il più giovane di sempre ad aver trionfato sull’erba di Wimbledon a soli 17 anni, allora è buona creanza stare in silenzio ad ascoltare. Stiamo parlando di Boris Becker, ormai ex-allenatore di Holger Rune, dal quale c’è stato il divorzio professionale per questioni personali.

Presente a Montecarlo in vesti di semplice appassionato, magari a caccia di un nuovo contratto. Intervistato da SKY Sport, Becker ha parlato anche di un altro divorzio, quello dell’attuale numero uno del seeding, Novak Djokovic, dal suo allenatore Goran Ivanisevic, un rivale agguerritissimo proprio del tedesco negli anni ’90. Djokovic si affiderà, almeno per il momento, a Nenad Zimonjić: “Penso che sia normale cambiare dopo una lunga carriera come quella di Djokovic, anche per trovare nuove motivazioni. La collaborazione con Ivanisevic è stata molto fruttuosa, con 12 Slam conquistati, dato sorprendente. Come si dice, tutte le cose buone hanno comunque una fine. Conosco il nuovo allenatore, ovvero Zimonjić, un grande doppista del passato e numero uno del mondo. Si trovano bene fuori dal campo, credo ci siano i presupposti per un’ottima collaborazione”. 

 

 

 

Immancabile ed inevitabile anche un parere sull’astro nascente del tennis mondiale, il nostro Jannik Sinner, già vincitore di 3 titoli nel 2024 (tra cui lo Slam di Melbourne) e oggi numero 2 del ranking: “Sinner è un giocatore unico, per la sua personalità, come uomo, più maturo della sua età. Rilascia ottime dichiarazioni che non ti aspetti da un ragazzo di soli 22 anni, parla come un uomo più anziano ed è un complimento. E gioca alla grande, molto potente. Credo che il tennis sia in buone mani”. Becker si è trasferito in Italia da qualche tempo e non fa solo il turista, anzi, molto di più: ha appena corso la maratona di Milano, la classica da 42,195km. Perché a fine carriera si può togliere l’uomo dallo sport, ma non si potrà mai togliere lo sport dall’uomo.