Confessioni

Marc Marquez, drammatiche parole: "La vita mi ha dato una lezione"

“Prima dell’infortunio, se me lo avessi chiesto, avrei risposto di arrivare a corriere fino a 50 anni. La vita mi ha dato una lezione. Oggi voglio vivere il momento, non so quando dirò basta, ma dopo quello che è successo, il corpo è cambiato. E anche la mente. Però è stata la principale ragione per cui ho scelto la Ducati: volevo allungare la mia carriera sportiva. Non per vincere, ma per provare a divertirmi per molti anni ancora. Mi piacerebbe vincere questo Mondiale, ma ancora non sono pronto per farlo qui a Portimao”. Racconta così Marc Marquez in una lunga intervista a La Repubblica. 

Lo fa snocciolando cose su di sé, lasciandosi andare, parlando anche di cosa ha rinunciato da bambino per correre: “I miei amici andavano in campeggio — ha raccontato — C’era la squadretta di calcio del paese. Ma il sabato e la domenica non potevo stare con loro: andavo in pista con mio padre. Una volta, a 8 anni, gli ho detto: papà, vorrei giocare al pallone. Lui e la mamma non mi hanno mai spinto a fare qualcosa: ‘Il calcio è più facile e mi costerà meno, però decidi tu’, mi ha risposto. Ho deciso. E non mi sono pentito, anche se un po’ certe giornate mi sono mancate”.

 

Dopo di lui, il nuovo idolo spagnolo si chiama Carlos Alcaraz e gioca a tennis: “Ha un carattere, un’audacia, una garra straordinari: in partita fa dei punti che tra dieci anni nessuno proverà a fare — le sue parole — Sono colpi che si provano solo in allenamento, lui li tira fuori in partita. Carlos mi piace per il carisma: trasmette delle cose che fanno entrare il pubblico dentro il match, le sue reazioni sono sempre naturali. In un certo senso mi assomiglia. Viviamo entrambi con la massima passione per quello che facciamo. Meglio Alcaraz o Nadal? Rieccoci: Rafael ha 36 anni, ha avuto tante lesioni. Carlos è fresco. Non si possono paragonare”. L’avversario di Alcaraz oggi si chiama Jannik Sinner “Lo conosco — ha aggiunto Marquez — Forte, pulito, elegante. Come Bagnaia. Mettiamola così: Alcaraz-Sinner è un po’ come Marquez-Bagnaia, o no? (ride)”.

Oggi Marquez vede la vita in una maniera diversa: “Voglio ancora vincere, l’ambizione è sempre la stessa, mi sento competitivo: ma per sapere la verità, dovevo salire sulla moto migliore e finire tra i primi cinque. I migliori», ha aggiunto lo spagnolo ex Honda. In Qatar sono arrivati un quarto e quinto posto: “Ma non sono diventato più prudente in pista — ha concluso — ho capito che devo fare le cose al momento giusto. Prima conoscevo a memoria la mia moto, sapevo il limite e cercavo di superarlo. Ora ci sono tante cose della Ducati che devo ancora scoprire, imparare. Spero non accada, ma forse durante l’anno vedrete degli errori incomprensibili anche per me: è normale, quando sei in una situazione nuova”.