Sua maestà
Jannik Sinner, il nuovo soprannome nel circus: la prova del suo dominio
Il salto di qualità di Jannik Sinner? Al tie-break. E' tutta qui, spiega la Gazzetta dello Sport, la differenza che intercorre tra un buon giocatore, diciamo un tennista in grado di arrampicarsi tra i primi 10 della classifica Atp, magari pure tra i top-5 del ranking mondiale, e uno che ha come obiettivo quello di dominare, vincere ogni torneo e ogni scontro diretto, riscrivere la storia.
Se riuscirà a ripetere le gesta dei Big Three, Roger Federer, Rafa Nadal e Nole Djokovic che hanno cannibalizzato la racchetta negli ultimi 20 anni (impresa quasi impossibile, va detto), lo si scoprirà nei prossimi anni. Di sicuro, nel giro di pochi mesi, il rosso di San Candido ha cambiato completamente il suo gioco. E prima ancora il suo approccio mentale alla partita. Una concentrazione massima che gli sta consentendo di fare la differenza nei momenti cruciali, punto a punto, quelli in cui ogni pallina pesa un quintale. Ecco perché il Sinner che stiamo vedendo da dicembre 2023 e per l'esattezza da 18 match vinti di fila, dalle Atp Finals di Torino (ultima sconfitta con Djojovic in finale) alla Coppa Davis vinta a Malaga, dagli Australian Open al torneo di Rotterdam e ora a Indian Wells, si sta meritando il soprannome di "Mister Tie-break".
L'ultimo esempio? Il primo set vinto contro un osso duro come Ben Shelton nel deserto americano. "In questo primo scorcio di 2024 - sottolinea Gazzetta.it su Jannik - ha un record di 3 tie-break vinti e uno perso, quello ininfluente contro Djokovic nel terzo set della semifinale vinta contro il numero uno del mondo agli Australian Open". Pesanti invece i successi a Melbourne contro Rublev (recuperato miracolosamente da 1-5, con sei punti di fila) e a Rotterdam contro Mils Raonic e il suo super servizio. Le statistiche, come spesso accade nel tennis, la dicono lunga: fino agli Us Open del 2023 l'italiano aveva un bilancio di 7 tie break vinti e 8 persi. Da Pechino fino a ieri ha ribaltato tutto, con 11 vinti e 5 persi su 16 giocati. Glaciale, pressoché implacabile.