L'intervista

Stefano Pioli, la frase con cui gela Rafa Leao: "Sei sempre l'ultimo"

“La maglia numero 10 non mi pesa, anzi mi dà forza. È il calcio”. È un Rafael Leao a tutto tondo quello che si è confessato in un’intervista al Corriere della Sera. Dal calcio, lavoro e passione, fino ai suoi hobby preferiti. La musica – ha già pubblicato due album rap – e la moda si prestano benissimo alla vita di una città come Milano. E qui, con la 10 del Milan sulle spalle, Leao ha trovato la sua dimensione. Fra gol, assiste e giocate funamboliche, le critiche però non mancano mai. Da lui i tifosi rossoneri si aspettano sempre quel qualcosa in più.

“Le critiche mi caricano. A volte mi arrabbio, se non sono costruttive. Mi dispiace se sono fatte per provocarmi. Mi chiedo: ma questo capisce di calcio? Sono emotivo, anche se non lo do a vedere. Comunque queste cose mi rendono più forte. Io so dove posso arrivare” dice al Corriere. Insomma, nonostante le voci, la sua testa è ben concentrata sul campo. E lui sa bene che tipo di calcio vuole proporre: “Amo i gol belli. Certo, vorrei farne sempre di più. Ma io faccio assist, giocate, sono completo. Il calcio oggi è solo statistiche, cifre. E a me non piace. Il calcio è magia, gioia”. 

 

 

Una concezione del pallone molto simile a quella di uno dei suoi idoli di quando era piccolo, Ronaldinho. Estro e fantasia. Molto lontano da quei numeri a cui oggi si è molto attaccati: “Mi fa arrabbiare che la gente pensi solo ai numeri. Se fai una brutta partita, ma poi segni, dicono “wow”. Io non sono così. Perché la gente deve divertirsi e mi devo divertire anch’io. Sono per la bellezza. Nel calcio, come nella moda e nella musica. Come nell’amore”. 

 

 

Al Milan la star della squadra è lui. Tutti lo coccolano, si godono il suo talento, ma non mancano le tirate d’orecchio: “Pioli mi dice che sono sempre l’ultimo… Ha ragione”. Se il mister è quello che deve cercare di tenere  la barra dritta, i dirigenti fanno tutt’altro. “L’ad Giorgio Furlani mi è molto vicino: mi parla in portoghese, gran persona”. Ma anche Cardinale si è affezionato al suo talento: “Non ci vediamo spesso, ma mi vuole bene, mi aiuta. Mi ha pure dato il suo numero di telefono, ma non chiamo, non vorrei disturbare”.