Abuso di gruppo
Scherma, "17enne stuprata in ritiro a Chianciano": sport italiano sconvolto
Nuovo scandalo nel mondo dello sport italiano. Dopo la chat di alcuni atleti in Veneto con contenuti sessuali e razzisti, è il mondo della Federscherma a venire sconvolto: una campionessa 17enne della squadra dell'Uzbekistan sarebbe stata abusata da tre schermidori azzurri nel ritiro di Chianciano Terme.
Lo stupro di gruppo sarebbe avvenuto tra il 4 e il 5 agosto scorso durante un ritiro pre-estivo nella località toscana in provincia di Siena a cui partecipavano più squadre di varie Federazioni. Sull'abuso indaga ora la Procura di Siena: iscritti due de tre atleti coinvolti, mentre il terzo è minorenne, come riporta il Messaggero. Nel sangue della vittima sono state rinvenute tracce di alcol e sostanze stupefacenti.
Leggi anche: "Impunità di gregge": sesso, bugie e omertà nello sport. Il libro-bomba smaschera gli orchi
"C'è un'inerzia da parte della Procura, che neanche ha attivato il codice rosso, e della Federscherma che non ha preso nessun provvedimento nei confronti degli atleti indagati", denuncia Luciano Guidarelli, avvocato della giovane atleta uzbeka. "La ragazza quando si è resa conto di ciò che aveva subito ha avvisato la compagna di stanza e la madre che è subito arrivata in Italia - spiega il legale -, la Federscherma è stata subito avvisata ma non abbiamo mai avuto riscontri nè di provvedimenti nei confronti degli atleti coinvolti né di solidarietà nei confronti della vittima". "l fatto che gli indagati non siano stati sanzionati o sospesi dalla loro attività agonistica - aggiunge il legale - ha reso possibile che la giovane li abbia nuovamente incontrati durante gare e altri ritiri con conseguenti traumi".
Leggi anche: Pechino 2022, "foto nude di noi atlete". Tecnico Usa denunciato. E Lindsey Jacobellis...
"Se accertato sarebbe qualcosa di estrema gravità, in quel caso come Federazione saremmo parte offesa e siamo pronti a costituirci in caso di processo. Se ci fosse una condanna? Sarebbe gravissimo", commenta con l'agenzia LaPresse il presidente della Fedescherma Paolo Azzi. "La ragazza non la conosco. Su questa vicenda c'è stato anche l'obbligo di mantenere le indagini coperte dal segreto e anche un intento di lasciare tranquilla e non pubblicizzare la situazione. Sono situazioni dolorose, per la ragazza e la famiglia. Ci siamo tenuti i più discreti possibile, pur facendo tutti i passi necessari", spiega il presidente della Fis, specificando che "il codice rosso permette anche misure rapide, ma sono passati mesi e non abbiamo notizie, non sono in grado di esprimere valutazioni". "C'è stata una denuncia per la quale si è attivata la procura della Repubblica come normale che sia, e noi ci siamo attivati a tutti i livelli, abbiamo anche informato la procura federale e chiesto informazioni alla procura della Repubblica, non ci sono esiti né provvedimenti cautelari di nessun tipo fino a questo momento".