Altarini
Inter, Dimarco urla contro Inzaghi: "È tuo! È tuo!", ecco cosa c'è dietro
Un 2024 fin qui devastante per l’Inter di Simone Inzaghi e i freddi numeri possono, in realtà, infiammare i cuori dei tifosi nerazzurri: 11 vittorie, 30 gol fatti, soltanto 4 subìti, ben 8 clean sheet e un +12 sulla Juventus che sa tanto di campionato già in archivio e cucitrici pronte a battere la seconda stella sulla maglia a strisce verticali nere e azzurre. Il 4-0 rifilato nel recupero con l’Atalanta (dovuto alle fatiche arabe di Supercoppa, peraltro vinta), cioè l’avversario ritenuto più temibile del momento, è solo l’ennesima dimostrazione di forza e bellezza del collettivo guidato da Simone Inzaghi, appena 12 mesi fa sull’orlo dell’esonero prima della trasferta di Oporto in Champions e ora nuovo santone del calcio bauscia.
La coesione tra il comandante e la sua ciurma si è ben vista, ancora una volta, al momento del gol di Federico Dimarco, il 3-0 sancito con un tap-in fulmineo, seguito all’errore dal dischetto di Lautaro Martinez. L’esterno biondo-platino festeggia il gol, infatti, con un urlaccio di quelli potenti, diretto al suo allenatore: “È tuo, mister! È tuo!”. Interrogato dalla stampa, alla fine del match, Dimarco ha spiegato il perché di quella dedica al mister e il segreto del suo piazzamento perfetto al momento del penalty: “Il mister mi ha detto di partire così, laterale. Non so come, ma la palla mi è arrivata lì. Era perché pensavo Lautaro fallisse? No, assolutamente, ho sempre fiducia nei miei compagni, ma il mister quando parla succede sempre qualcosa, quindi l’ho voluto ascoltare”.
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Lo conferma anche l’allenatore stesso, Simone Inzaghi: "Mentre si aspettava il Var, ho parlato con Dimarco e gli ho detto di andare sulla respinta e di stare un po' più largo, perché vicino all'area avevamo altri giocatori e di dirlo pure a Dumfries dall'altro lato, perché su quelle traiettorie i due quinti ci servivano lì. La palla poi è capitata lì, ma è stato bravissimo Federico a non entrare prima e andare col tempismo giusto, a fare un gol in quel momento che avrebbe chiuso la partita. È stato importantissimo e bravissimo”. Segreti di un’Inter dominante: atleticamente, tatticamente, tecnicamente. Questo campionato può perderlo solo lei.