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Haaland, il "vaffa" a Jannik Sinner: "Io dico Djokovic"
Ha conquistato tutti Jannik Sinner, la cui impresa agli Australian Open è stata accolta dal mondo dello sport, non solo del tennis, come l'inizio di una nuova era, il post-Nole Djokovic. Ha conquistato tutti a parte Erling Haaland, il bomber fenomeno norvegese centravanti del Manchester City.
Intervistato dal podcast del club mancuniano, l'attaccante-Robocop ex del Borussia Dortmund (già a quota 19 gol in stagione nonostante l'insolito stop per guai fisici) ha commentato i fatti di rilievo degli ultimi mesi a livello agonisto, rivelando come il suo campione di riferimento, lo sportivo a cui guarda con ammirazione sconfinata, non sia un calciatore ma un tennista. E, guarda caso, si tratta proprio di Djokovic.
Scelta non proprio sorprendente, va detto, perché Nole è già nel mito del tennis mentre Jannik è solo agli inizi della sua carriera e peraltro è addirittura di un anno più giovane di Haaland. Ma certo, il giudizio del norvegese fa rumore.
Il 36enne serbo, ancora numero 1 del ranking Atp, secondo molti esperti del settore (compreso l'australiano Andy Roddick) proprio in seguito alle sconfitte subite nel giro di poche settimane da Sinner, tra Torino alle Atp Finals, Malaga in Coppa Davis e Melbourne nella semifinale del primo Slam del 2024, ha perso l'aura di imbattibilità che lo circondava da almeno 5 anni, da quando cioè ha raccolto il testimone dagli altri 2 "big" della racchetta, Roger Federer e Rafa Nadal con cui negli ultimi 15 anni ha cannibalizzato il circuito.
"A me piace Djokovic. Penso che sia molto bravo e soprattutto lui è sempre se stesso. Tutto ciò che ha ottenuto è incredibile, venendo dal nulla e dal suo paese. Quindi, si, dico Djokovic", ha spiegato candidamente Haaland. Tornando al pallone, l'uomo che sembra destinato a strappare a Leo Messi e Cristiano Ronaldo il record di gol nelle Coppe e nel calcio europeo ha anche costruito il suo undici ideale, inserendo vecchie glorie come l'ex Real Iker Casillas in porta, l'azzurro e bandiera milanista Paolo Maldini in difesa e, ovviamente, gli stessi Messi e CR7 in attacco. Qualcun altro, tra qualche anno, magari al posto di uno dei due inserirà proprio il buon Erling.