Lacrime
Jannik Sinner, "chi lo ha protetto": il gesto che spiega tutta la vita del campione
Ora è il momento di godersi il trionfo. Il trionfo è quello di Jannik Sinner. A godere lui in primis, certo. Ma anche tutta l'Italia che si è raccolta nel tifo del ragazzo di San Candido, quell'Italia che grazie a lui ha riscoperto il tennis.
Vince lui. Vince gli Australian Open al termine di una partita leggendaria, una rimonta impensabile su Daniil Medvedev, il russo che era in vantaggio due set a zero. Sembrava finita, invece Jannik la ha vinta. Con la testa e con il cuore. Il trionfo è assoluto, il più bello e stordente che si potesse immaginare.
L'Italia vince uno slam 48 anni dopo l'ultimo, quello di Adriano Panatta al Roland Garros. E Sinner si impone come quello che sembra proprio essere, ad oggi, il tennista più forte al mondo. Dopo la vittoria, il tuffo a terra sul campo centrale, quindi le parole durante l'intervista, il pensiero rivolto a mamma e papà, il ringraziamento per averlo lasciato libero, "spero che tutti i bambini possano avere la mia stessa libertà".
Ma tra quel tuffo e le parole, c'è stato un altro momento toccante: Jannik Sinner si è diretto verso il suo angolo, quello dove stanno gli allenatori, lo staff e gli amici. Non mamma e papà, però, rimasti a casa. E le immagini di quell'abbraccio all'angolo sono state rilanciate su X da Lia Capizzi, che commentava: "Famiglia. Mamma e papà lo hanno lasciato libero di andarsene a 13 anni per inseguire il suo sogno. Riccardo Piatti lo ha fatto crescere. Simone Vagnozzi, Darren Cahill & Co lo hanno migliorato, protetto, senza fretta, con molti sorrisi".
Una breve sintesi della vita e della carriera di Jannik Sinner. Una sintesi spiegata alla perfezione anche dalle immagini di quell'abbraccio all'angolo: sentito, felice, commosso. Un abbraccio di una bellezza rara, con Jannik quasi in lacrime per la gioia e la gratitudine. Immagini semplicemente bellissime e che fotografano alla perfezione l'eccezionale normalità di questo super-campione.