Polemica

Australian Open, complotto contro Jannik Sinner? Orari folli (ma non per Djokovic)

Se già il sospetto si era insinuato dopo i primi turni, ora quel sospetto deflagra e assomiglia moltissimo a una sinistra certezza: agli Australian Open vogliono boicottare Jannik Sinner? Già, il punto è che il match di oggi, martedì 23 gennaio, gli ottavi di finale contro Andrej Rublev sono iniziati tardissimo. Una sfida destinata a finire a notte fonda e il cui vincente affronterà in semifinale Novak Djokovic, che nel match precedente ha battuto in quattro set lo statunitense Taylor Fritz.

La partita è iniziata ben dopo le 12, ora italiana, a causa anche della sfida femminile tra Krejcikova e Sabalenka. Insomma, si finirà tardissimo, a notte fonda. E lo svantaggio è evidente: oltre al fatto che sarà quasi impossibile dormire, chi affronterà Djokovic ci arriverà molto meno riposato. Il serbo ha infatti terminato la sua partita alle 20.30, ora di Melbourne. Un caso che ha scatenato anche John McEnroe: "È troppo tardi per due match, uno andrebbe spostato", commentava l'icona del tennis.

 

Come detto, non è la prima volta che Sinner deve fare i conti con orari improbabili durante questi Australian Open, nei quali scende in campo sempre dopo Djokovic (per ragioni di diritti televisivi: è il serbo il più seguito in assoluto e gioca negli orari di massimo ascolto). E ancora, qualche mese fa una situazione simile avvenne ai Masters 1000 di Parigi-Bercy, quando l'altoatesino decise di ritirarsi al termine del secondo turno contro Mckenzie McDonald, che si concluse alle 2:37 del mattino: il giorno successivo, alle 17, era già in calendario la partita contro Alex De Minaur, meno di 14 ore di riposo. Sinner fece un passo indietro, con polemica, soprattutto perché alle porte c'erano gli Atp Finals di Torino, dove è stato sconfitto soltanto in finale da Djokovic, prima della rivincita in Coppa Davis.