Nervi tesi
Inter, rissa in discoteca: "Atteggiamento da bulli", cosa rischiano in tribunale due nerazzurri
Una lite in discoteca a Milano, all’Hollywood, che avrebbe visto coinvolti due calciatori dell’Inter: Marko Arnautovic e un suo compagno nerazzurro di cui però non si conosce l’identità. I fatti, secondo il racconto de Il Gazzettino, sarebbero avvenuti il 6 gennaio scorso.
Alla festa, inoltre, erano presenti anche calciatori appartenenti alle squadre di Inter e Verona, che proprio quel giorno avevano giocato a San Siro il match dell’ora di pranzo, finito tra le polemiche per il contestato gol di Davide Frattesi non rivisto dal Var. Secondo il racconto del Gazzettino, un giovane friulano è stato aggredito verbalmente e accusato di aver immortalato la serata senza il consenso dei calciatori. Sarebbe stato avvicinato da Arnautovic e da un compagno di squadra (di cui non si conosce l'identità) che gli avrebbero domandato se avesse realizzato foto o video dei calciatori. Domanda a cui il giovane ha risposto di no.
I giocatori, scettici dalla risposta del giovane, lo hanno però costretto ad abbandonare il locale, conducendolo nel parcheggio e costringendolo a mostrare il contenuto del suo cellulare. Il friulano, così, ha reagito subito presentando una denuncia attraverso lo Studio Legale Tutino di Udine, richiedendo anche l'analisi delle impronte sul suo cellulare. L’accusa è quella di violazione della privacy. Attualmente il telefono è in mano alle autorità giudiziarie come prova, mentre le registrazioni delle telecamere di sicurezza della discoteca sono state richieste per condurre l'indagine. Si attendono i risultati delle indagini, intanto lo Studio Legale Tutino ha definito gli eventi come "gravissimi ed ingiustificabili”.
Ma cosa rischiano ora i due calciatori dell’Inter per "un atteggiamento da bulli", come hanno descritto gli avvocati del friulano? Di essere perseguiti per esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza o minaccia alle persone e anche "violazione della privacy considerato il trattamenti riservato al nostro cliente”. Tutto questo sempre che i fatti siano confermati dal materiale probatorio (a cominciare dal rilevamento delle impronte sul cellulare oltre a ulteriori riscontri che saranno effettuati) e nel frattempo non intercorra alcuna possibile conciliazione lontano dai riflettori.