Uomo in missione

Jannik Sinner, questione di soldi: bomba sulla Figc, trema il calcio italiano

Gabriele Galluccio

Jannik Sinner è un uomo in missione, più o meno consapevolmente. Ha sulle spalle il peso di un intero Paese che si aspetta uno Slam e il primo posto nel ranking: si tratta di una pressione diversa da quella con cui è cresciuto. A 17 anni colpiva già fortissimo di diritto e di rovescio e veniva indicato come un futuro asso del tennis.

Adesso Jannik di anni ne ha 22 e ha stravolto il suo mondo con i risultati degli ultimi mesi: ha battuto i più forti del circuito, uno dietro l’altro e ripetutamente, ha trascinato l’Italia a un trionfo in Coppa Davis che mancava da 47 anni ed è diventato un simbolo nazional popolare. In questo momento è difficile trovare qualcuno che non sia stato contagiato dalla Sinner-mania, o che comunque non abbia sentito parlare di questo tennista dai capelli rossi che sta facendo sfracelli.

Alla finale di Davis hanno assistito 6 milioni di spettatori: chissà quanti in più si incollerebbero alla tv se Jannik dovesse arrivare in fondo a uno Slam, ben più prestigioso della Coppa per le Nazionali. Già prima dell’exploit di Sinner stava cambiando la percezione del tennis negli italiani: merito soprattutto del lavoro di Binaghi, presidente della Fitp, che ha trasformato il Masters 1000 di Roma in un evento di due settimane e si è assicurato le Atp Finals a Torino almeno fino al 2025. Ora vorrebbe addirittura portare la Coppa Davis a Milano, strappandola a Malaga...

 

PIOVONO SOLDI
In soldoni tutto ciò si traduce in un fatturato da record: agli inizi degli anni 2000 era di appena 15 milioni, adesso le stime parlano di 190. Una cifra superiore a quella di qualsiasi altra federazione, fatta eccezione della Figc (210) che però deve i suoi introiti unicamente alla Nazionale e alla conseguente vendita di diritti tv, accordi di sponsorizzazione, biglietti e premi. Un mondo, quello del calcio, che ormai viene seguito più per inerzia e per tradizione che per altro: lo dimostra il netto calo degli abbonamenti per guardare le partite in tv e il disincanto nei confronti della Nazionale, con gli azzurri che hanno dilapitato in un paio d’anni il credito e l’entusiasmo derivanti dalla vittoria dell’Europeo nel 2021.

Fatta eccezione per lo zoccolo duro di appassionati, la cui fede è incrollabile, tutto ciò che riguarda il mondo del pallone non esercita più un grande fascino sull’italiano medio e soprattutto sulle nuove generazioni. I cosiddetti occasionali stanno migrando verso altri lidi, a partire dai millennials che ritengono il calcio vecchio e palloso. Non a caso negli ultimi due anni è stata registrata un’inversione di tendenza tra chi si dichiara appassionato saltuario degli sport: in questa categoria le Atp Finals catturano il doppio dell’interesse rispetto alla Serie A.

Il tennis al momento si vende alla grande (e tra l’altro ci giocano 4,5 milioni di persone, considerando anche il padel), con Sinner che si è trasformato in una celebrità, in grado di contaminare il mondo del calcio. A San Siro oltre 70mila tifosi lo hanno osannato, mentre giornalisti e allenatori lo prendono come esempio e metro di paragone nelle conferenze stampa. In occasione degli Oscar del tennis azzurro, Binaghi lo ha definito il «centravanti della nazionale italiana al Foro Italico» e si è poi lanciato in promesse e ambizioni importanti, che hanno un po’ schiacciato Jannik, presente al suo fianco. 

Cavalcare l’onda dell’entusiasmo generato da Sinner è cosa buona e giusta, però occhio a fargli girare troppo la testa tra aspettative e celebrazioni varie. Non dimentichiamo che soltanto qualche mese fa il rosso di San Candido era considerato il nemico pubblico numero uno per aver rifiutato una convocazione in Coppa Davis, nonostante fosse la cosa giusta da fare. Il timore è che un paio di tornei sbagliati possano far dimenticare tutto: se e quando succederà, Sinner dovrà avere le spalle larghe e non farsi condizionare. Pazienza se qualcuno gli darà e toglierà la patente d’italianità a seconda dei risultati: nulla può cambiare il fatto che vedere giocare Jannik è qualcosa di speciale, se ne sono accorti milioni di italiani. 

Il tennis non è come il calcio, è lo sport crudele per eccellenza, in cui si perde molto più di quanto si vince: è così anche peri più grandi e non cambierà con Sinner. È il caso che gli occasionali dalla cultura pallonara se lo ficchino bene in testa, altrimenti possono tranquillamente scendere dal carro.