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Milan ko col Frosinone? "C'è già il nome: chi arriva al posto di Pioli"

Roberto Tortora

La storia di Stefano Pioli con i colori del Diavolo sembra essere giunta al suo epilogo. Non si sa ancora se sarà un lento scivolo verso la fine di questa stagione o verrà presa una brusca decisione in anticipo. L’allenatore emiliano, però, ha tracciato un solco di fiducia che difficilmente verrà ricoperto. Non si raffredda ancora, infatti, la piastra dell’ira rovente con cui la dirigenza del Milan è uscita da San Siro martedì sera, al termine di una delle serate di Champions League più buie della storia rossonera. La sconfitta contro il Borussia Dortmund, l’infortunio di Malick Thiaw e la concreta possibilità di non qualificarsi nemmeno alla più modesta Europa League potrebbero creare un mancato introito di circa 160 milioni di euro e compromettere, oltretutto, la partecipazione anche al Mondiale per Club del 2025, un ricco piatto cui tutti i grandi club vogliono attingere. 

È palpabile, dunque, l’irritazione di Gerry Cardinale, presente allo stadio e, dopo la debacle, per la seconda volta in 15 mesi di nuovo a Milanello. Il tema principale, emerso nel discorso tra lui, l’ad Furlani e Pioli è stato chiaro: ora bisogna piazzarsi assolutamente almeno tra le prime quattro e incamerare almeno una cinquantina di milioni per affrontare la prossima Champions, la prima con la nuova formula allargata, approvata dall’UEFA. Battere il Frosinone sabato, quindi, non diventa un’opzione, ma un obbligo, per mantenere almeno il terzo posto e controllare le distanze con le inseguitrici, al momento Napoli e Roma. Probabile il debutto del primavera Simic, visto l’infortunio grave occorso a Thiaw e l’infermeria piena nel reparto difensivo. Dovesse arrivare un risultato diverso da quello del successo, per Stefano Pioli potrebbe aprirsi la botola immediata del benservito. Oppure potrebbe resistere sì, ma solo fino alla gara di Newcastle, il vero punto di non ritorno della stagione del Diavolo.

 

Le alternative per l’immediato? Di nomi ne sono stati fatti tanti, da Galtier a Tudor a Conte, ma difficilmente questi farebbero da traghettatori. Forse una soluzione “milanista” come Donadoni o Shevchenko o, ancora meglio, una strettamente interna che vedrebbe promosso dalla Primavera in prima squadra Ignazio Abate. Lui sì, in Youth League, ha centrato la qualificazione e per giunta al primo posto. A far coppia con lui Zlatan Ibrahimovic, che da settimane ormai parla con la dirigenza e gravita nell’orbita rossonera per capire quale futuro e quale ruolo potrebbe avere. Fare da collante tra allenatore, squadra e società, ovvero fare il “Paolo Maldini” potrebbe essere la soluzione adatta per dare la scossa ad un gruppo mai così basso nell’umore.