Piroette

Jannik Sinner? "Sta diventando come noi": che vergogna, chi salta sul carro del tennista

Fabrizio Biasin

Attorno all’universo Jannik Sinner, nell’ultima stagione, sono successe diverse cose. La prima è relativa al ranking. Per molto tempo una marea di “tifosi” del tipo «se vinci hai fatto il tuo, se perdi sei una pippa» lo ha punzecchiato con frasi e frasette del tipo «sì è bravo ma ne deve mangiare di canederli» o anche «Alcaraz è su un altro pianeta». Il diretto interessato se n’è fottuto, è stato zitto ed è andato avanti a lavorare.

La seconda è relativa alla Coppa Davis. A un bel punto dell’anno, ovvero in seguito a un massacrante Us Open (giocavano a 40 gradi) ha deciso di dire “no” a una convocazione azzurra francamente perdibile. Cioè, per nostra fortuna abbiamo una Nazionale in grado di superare turni intermedi e, infatti, li abbiamo superati. Il “no” alla convocazione supportato dai fatti (Jannik aveva bisogno di tirare il fiato) ha scatenato l’ira funesta, assai retorica e un filo stucchevole di alcuni atleti («Non si dice no all’azzurro! Vergogna!») e di alcuni media sportivi («Sinner, Caso Nazionale», titolava un noto magazine). Il diretto interessato se n’è fottuto, è stato zitto ed è andato avanti a lavorare.

La terza è relativa agli ex tennisti, alcuni con la puzza sotto al naso, altri evidentemente invidiosi. «Eh, calma, prima di diventare come me...». «Eh, non ha ancora vinto nulla...». «Eh...», ci siamo capiti. I nomi li conoscete, son sempre quelli. Il diretto interessato se n’è fottuto, è stato zitto ed è andato avanti a lavorare. Il frutto di cotanto lavoro - abbinato a un silenzio tibetano - lo ha portato a rispondere a tutti con tonnellate di “fatti” che hanno risuonato più di qualsivoglia parola. Ed eccoli, i fatti.

 

«Sì è bravo ma quelli davanti...». Ha battuto il n° 2 Alcaraz (nei confronti diretti è avanti), due volte l’ex “bestia nera” e n° 3 Medvedev, l’altra sera Re Nole. In più, a 22 anni, si è stabilizzato al n° 4 del ranking Atp, tanto per gradire. «Sinner, Caso Nazionale!». Il Capitano azzurro Volandri non vede l’ora di affrontare l’atto finale della Davis con Sinner, convocatissimo. Lui, il ragazzino, non vede l’ora di essere punta di diamante. “Caso Nazionale” un paio di ciufoli, insomma, anche perché se a suo tempo avesse giocato contro Canada, Cile e Svezia, forse, non avrebbe toccato il livello spaziale dei successivi 2 mesi (solo vittorie e un ritiro strategico a Parigi dopo un match vinto alle 3 di notte).

Quanto ai mitici ex tennisti... Nulla e nessuno potrà togliere loro quel che di grande hanno fatto, ma è tempo che si rendano conto che ’sto ragazzo è destinato a tritare i loro record, tra l’altro senza auto-celebrarsi, ché davvero non è nelle sue corde. Prima lo accetteranno, meglio si sentiranno.

E andiamo a chiudere. Nel corso delle ultime ore quelli che dicevano «è bravo ma...» sono saliti sul carro: «Ammazza chefforte!!!». Op! Su sul carro. Quelli che «Che vergogna il no all’azzurro!» stanno macinando articoli per osannare il suo “metodo”, la sua “capacità di gestirsi”. Op! Su sul carro. Gli ex tennisti che «Prima di diventare come noi...» lo hanno addirittura accolto nel club: «Sta diventando come noi...». Op! Su sul carro. E lui? Banalmente, continua col suo schema: se ne fotte, sta zitto e va avanti a lavorare. Che bellezza.