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Milan, "Stefano Pioli addio: la frattura è totale, chi al suo posto". Terremoto-rossonero
La storia d'amore tra Stefano Pioli è il Milan potrebbe essere già arrivata al capolinea. I rossoneri, infatti, non vincono una partita da prima della sosta nazionali, quando un gol siglato da Christian Pulisic decise il rocambolesco match di Marassi. Poi sono arrivate due sconfitte, con la Juventus in campionato e con il Paris Saint Germain in Champions League, e il pareggio del San Paolo. La squadra e, in particolare, i suoi leader in campo contestano le scelte del tecnico rossonero. Basti pensare allo stesso Olivier Giroud, uno dei giocatori con più esperienza nell'organico rossonero. Contro il Napoli, ha firmato una doppietta. Ma non è bastata per conquistare i fatidici tre punti. E, una volta sostituito, non è riuscito a trattenere le lacrime. Come se ormai si fosse completamente rassegnato.
Che la leadership di Pioli non fosse più quella di un tempo lo si era capito già la scorsa settimana. Dopo la disfatta del Parco dei Principi, Davide Calabria aveva lanciato un messaggio alla sua squadra nel tentativo di scuotere l'ambiente milanista. "Ogni giorno ci facciamo il culo a Milanello, sapevamo quanto era importante questa partita. Chi non ci crede resti a casa", aveva dichiarato dopo il triplice fischio. E le parole del capitano rossonero, almeno in un primo momento, sembravano aver sortito l'effetto desiderato. Il Milan, infatti, aveva concluso il primo tempo contro il Napoli in vantaggio di due reti. Salvo poi farsi rimontare nella ripresa da Matteo Politano e Giacomo Raspadori.
Tifosi e osservatori indicano il tecnico rossonero come il principale responsabile delle sventure milaniste. Alcuni, infatti, ritengono che sia necessario un avvicendamento in panchina per invertire la rotta del Milan in Champions e in Campionato. "Le reazioni di Giroud-Leao alla sostituzione e le parole di Calabria dopo il Psg - scrive Fabio Ravenazzi su X - sono segno inequivocabile di una frattura tra Pioli e giocatori leader del Milan. Serve dare pieni poteri a Ibra subito. In panchina con Abate o come tutor del tecnico. L'aria - conclude il giornalista- è troppo pesante".