Che tandem
Inter, Lautaro e Thuram "coppia da Pallone d'Oro" che spaventa la Champions
Nessuno in Champions League è abituato ad affrontare un attacco a due punte perché l’Inter è praticamente l’unica squadra ai massimi livelli europei a proporlo. Se Guardiola ha sofferto l’assetto nerazzurro, figuriamoci un Salisburgo in piena crisi: la terza avversaria nel girone (alle 18.45, diretta Sky Sport o Mediaset Infinity) ha perso nel fine settimana contro il Lask Linz, ha raccolto solo una vittoria nelle ultime quattro partite ed è scivolata a meno 4 dallo Sturm Graz in campionato. L’Inter ha l’occasione che le grandi squadre tipicamente non falliscono: un doppio confronto (oggi la sfida del Meazza, in Austria tra due settimane il ritorno) per salire a 10 punti, la quota che idealmente garantisce la qualificazione agli ottavi. Ma «il Salisburgo ha vinto a Lisbona col Benfica: servirà massima attenzione», avvisa Inzaghi, a cui questi discorsi giustamente non piacciono.
Sulla formazione «ci sono diversi dubbi» perché «giocando ogni tre giorni e avendo molti nazionali che hanno viaggiato, la fatica fisica e mentale si fa sentire». L’unica soluzione è «la rotazione» che potrebbe spingere titolari Frattesi e Carlos Augusto al posto di Barella e Dimarco, oltre a Bastoni e Dumfries che si riapproprieranno delle rispettive maglie da titolari, ma non riguarda la due punte. Anche se «Sanchez è pronto», giocheranno Lautaro e Thuram, e magari uno dei due riposerà domenica contro la Roma dell’ex Lukaku che dalle parti di Appiano Gentile e San Siro non manca a nessuno.
GRANDE FEELING
Si prega di notare come ci sia sempre un grande feeling tra i due attaccanti nerazzurri: forse perché una di queste due è da ormai cinque anni Lautaro Martinez? È l’unica variabile rimasta identica dell’equazione offensiva dell’Inter, quindi è anche quella decisiva: con il Toro giocano bene tutti perché il Toro sa giocare con tutti. In più, con chiunque sia al suo fianco costruisce un’intesa che va oltre il campo: con Dzeko c’era una distanza generazionale ma i due si volevano un gran bene, e la stessa complicità con il primo Lukaku si vede ora con Thuram detto Tikus, se non addirittura in una versione più pura dovuta dalla stessa età (l’argentino e il francese hanno 15 giorni di differenza). Questa qualità, ancor prima dei gol che segna e degli assist che fornisce, rende Lautaro un fuoriclasse, secondo Simone Inzaghi, «uno da Pallone d'Oro». Se «il percorso fatto e i trofei vinti» non sono sufficienti, si può badare al momento: limitandosi al campionato, il capitano nerazzurro tiene il ritmo folle di un gol ogni 65 minuti, il secondo tra i calciatori con almeno 300 minuti nei top 5 campionati (il primo è Guirassy dello Stoccarda, autore di una rete ogni 45’).
Meglio di Mbappé, Haaland e compagnia cantante. Arriverà il tempo in cui Lautaro segnerà meno e bisognerà ricordare che è fisiologico, intanto si deve registrare l’evoluzione del giocatore, che porta il numero dieci sulle spalle ma è un nove con temporaneo dalla balistica eccezionale e capace di associarsi al gioco e, nel suo caso, al compagno di reparto. Forse nemmeno Lautaro si aspettava un Thuram così. Perfetto per lui e per l’Inter. Anche Inzaghi pensava ci volesse più tempo: «Si poteva immaginare qualche difficoltà di adattamento ma lui è stato bravissimo a inserirsi e i compagni sono stati fantastici ad aiutarlo».
COME HAALAND-ALVAREZ
Il risultato è una coppia aggiornata ai tempi, se non un passo avanti,che tutta Europa dovrebbe invidiare: Lautaro e Thuram sono il 9 e il 10 che potrebbero scambiarsi la maglia perché entrambi sanno fare ciò che fa l'altro, vedi il francese che si ritaglia lo spazio in area e scocca il tiro che sblocca la sfida contro il Torino. Il bottino della premiata ditta conta 16 reti (12 il Toro, 4 Tikus, più 9 assist complessivi) tra campionato e Champions, il 61% del totale nerazzurro. Sono gli stessi numeri di Haaland e Alvarez, altro argentino campione del mondo, che da quest’anno giocano insieme. Hanno un rendimento superiore di un gol (17 in totale) solo Kane-Sané del Bayern e il Guirassy di cui sopra abbinato a Silas dello Stoccarda. Ma se quest’ultimo è forse un caso, quello di Lautaro e Thuram è di certo un progetto di grandezza che intimorisce il Salisburgo e richiama l’attenzione di tutta la Champions League.