Allenatore nel pallone

Rudi Garcia, due mosse per evitare l'esonero: come sopravvivere a Napoli

Gabriele Galluccio

Come evitare un probabile esonero. È il titolo di una guida per allenatori in difficoltà che Rudi Garcia potrebbe pensare di scrivere se dovesse sopravvivere per un anno intero alla guida del Napoli. Nonostante la travolgente vittoria contro l’Udinese, il tecnico francese non gode di alcuna fiducia da parte dei bookmakers, che valutano l’esonero come il secondo più probabile della Serie A, alle spalle soltanto di quello di Paulo Sousa. Le critiche che ha ricevuto finora sono state meritate, ma Garcia ha ancora una possibilità di smentire i pronostici: forse la chiave sta nell’essere più gestore che allenatore e lasciare i calciatori liberi di esprimersi nel modo migliore che conoscono, quello di Spalletti. Dal momento più buio la squadra ne è uscita con grande determinazione e imponendo l’identità di gioco che le ha fatto stravincere lo scudetto: complice una condizione fisica in crescita, di questo passo il maldestro tentativo di demolizione del recente passato potrebbe essere derubricato a spiacevole parentesi.

Per quanto concerne quella che chiameremo “La guida di sopravvivenza” di Garcia, ci sono alcuni punti che appaiono imprescindibili per salvare la panchina. Numero uno: continuare la sorta di autogestione che Kvaratskhelia ha sostanzialmente confermato nel post-partita - «ci eravamo detti di far girare così il pallone», ovvero come l’anno scorso - e che ha rimesso Lobotka al centro del gioco. Numero due: evitare di smontare nuovamente la catena di destra con Politano. Neanche Garcia riuscirà a risolvere l’enigma Raspadori, che è un calciatore forte ma senza una vera collocazione all’interno di questa squadra.
Quando è schierato a destra è quasi come avere un uomo in meno, mentre Politano si intende a memoria con i compagni ed è prezioso in entrambe le fasi. Numero tre: non farsi venire strane idee su Natan una volta che Juan Jesus avrà recuperato dall’infortunio. L’ultimo arrivato non è al livello di Kim - quasi nessuno lo è - ma si sta rivelando un difensore fisico, attento e che bada al sodo. Con il recupero di Rrahmani può nascere una coppia solida, fermo restando che le migliori armi difensive del Napoli restano il possesso palla e l’aggressività in fase di riconquista.

Numero quattro: continuare a tenere un profilo basso dal punto di vista mediatico. Si possono dire tante cose di Garcia, ma di certo non è inesperto né avventato: lo dimostrano il passo fatto verso la squadra dal punto di vista tattico e le parole pacate del post-partita. «Abbiamo rimesso l’orologio all’ora giusta», ha dichiarato Garcia, stavolta a ragione. Contro l’Udinese ha schierato i titolari di sempre con l’aggiunta di Natan e ha effettuato sostituzioni normali. Proprio la gestione può essere l’arma vincente del francese e qui veniamo al consiglio numero cinque. Consiste nel trovare un punto di contatto con quelli che sono stati in tutto e per tutto gli uomini di Spalletti: il primo passo verso la squadra e lontano dalle sue idee è stato fatto, adesso serve continuità di gioco e risultati.