Scontro a distanza

Panatta furioso: "Ha rotto i co***". Chi massacra con quattro parole

Adriano Panatta massacra Nicola Pietrangeli: "Non l’ho mai tradito, ha un ego spropositato", dice in una intervista a il Corriere della Sera. Sullo stesso quotidiano, Pietrangeli lo aveva accusato di averlo tradito nel 1978, a due anni di distanza da quando la loro squadra vinse la Coppa Devis nell’ormai mitologica finale in Cile. "Quando diventi molto anziano, perdi la memoria. La verità è stata raccontata nella docu-serie ‘Una Squadra’ di Procacci, che Nicola svilisce. Ma lui svilisce tutto e tutti, è una vita che lo fa", aggiunge Panatta.

 

 

E ancora: "Dice che ho le gambette come Berrettini, vabbé. Avendo avuto 1400 donne sarà stanco però ha ancora la voglia di far sapere a tutti che è stato il più forte e il più bello. È arrivato il momento di dire a Nicola, con simpatia e senza giri di parole, che ha rotto i cogli***". Poi, sulla vicenda delle magliette rosse contro Pinochet, indossate da Panatta e Paolo Bertolucci in Cile nel 1976, che Pietrangeli ha definito "una sceneggiata”, ribatte: "Io capisco che possa confondere, in quel contesto storico, un gesto politico per una sceneggiata: lo conosco. La maglia rossa non la capì nessuno, incluso Pietrangeli. Mimmo Calopresti ne fece un bel film. Capisco che possa inciampare nell’obbrobrio di mettere sullo stesso piano Allende e Pinochet: lo conosco".

 

 

Ma l'affetto per Pietrangeli non manca. "La nostra rivalità è un film nella sua testa", "a Nicola gli si vuole bene, spero campi altri 90 anni però ha scocciato con questo modo di porsi. Il suo, più che affetto, sembra rancore. Non è mai stato tenero né con me né con i miei compagni di Davis: a me questo non piace. Io non ho mai messo in piazza le mie storie e i miei successi, parlo bene di tutti, soprattutto delle donne: è la mia legge. Ma come regalo per i 90 anni glielo dico: Nicola caro, sei stato il più figo però a un certo punto bisogna rendersi conto che verremo dimenticati".