Calciomercato

Lukaku, la voce clamorosa: al Milan? No, chi brucia tutti

Claudio Savelli

Ci sono due uomini “soli” in Europa in cerca di compagnia. Uno è Josè Mourinho, che da mesi aspetta un attaccante. L’altro è Romelu Lukaku che attende una squadra capace di ignorare i suoi peccati. Il matrimonio converrebbe a entrambi ma uno più uno, al momento, non fa due. Eppure l’idea sta poggiando le radici nella mente di Tiago Pinto che era a tanto così da strappare Duvan Zapata all’Atalanta ma poi El Bilal Touré si è infortunato e Gasperini ha preso il colombiano perla maglia che si stava sfilando e lo ha trascinato in campo da titolare. E pure Marcos Leonardo era vicino, vicinissimo: contento lui, accontentato il Santos, ma manca il sostituto e niente, ora non s'ha da fare.

Il tempo passa, Belotti torna a segnare e ricorda al mondo e a Lukaku che Mourinho sa resuscitare i giocatori. Allora pare che il belga, proposto a destra e a sinistra dall’avvocato Ledure, ci stia pensando: a Roma c’è il suo vecchio allenatore e c’è una tifoseria simile a quella nerazzurra, capace di portare in trionfo i giocatori che meritano. In più, se è vero che ha provato a redimersi con i dirigenti dell’Inter, vestirsi di giallorosso farebbe sentire Lukaku meno in colpa. Giocare nella Roma è diverso che nella Juventus o nel Milan, e quel “mai” nell’arcinota intervista del pentimento londinese non è stato pronunciato per la squadra giallorossa. Lukaku sa che anche Roma lo accoglierebbe senza considerare il suo passato nerazzurro, esattamente come è successo con il Dybala ex juventino. In questi giorni di esilio con l’Under 21 del Chelsea, si sta finalmente rendendo conto che la sua carriera ai massimi livelli è a rischio.

 


TRATTATIVA
Non fosse interessato a giocare ancora ai vertici, Lukaku avrebbe accettato l’Arabia mesi fa, invece è ancora lì in attesa. E man mano che il tempo passa, le possibilità si riducono. La Roma, a questo punto, sarebbe un lusso più per il belga che per la Roma stessa. Il fatto che non esista ancora una trattativa non è per forza una cosa negativa per i tifosi giallorossi. Alle condizioni per cui lo stava comprando l’Inter (tra i 35 e i 40 milioni, con un ingaggio da 7 netti all’anno), Lukaku è impossibile per la Roma come per la Juventus. Allora l’unica soluzione praticabile è il caro e vecchio last-minute: attendere i giorni del Condor per strapparlo a condizioni favorevoli. Ad esempio? Un prestito gratuito con tre quarti di ingaggio a carico dei giallorossi, in modo che il Chelsea quantomeno risparmi su quello (un milioni netto al mese, quasi il doppio al lordo). Anche per Mourinho ormai qualche giorno di attesa in più non fa la differenza. La versione è questa: se c’è una sola possibilità di avere un attaccante del livello di Lukaku, proviamo a coglierla.


Il livello del belga è assoluto secondo Mourinho, che non più tardi di due mesi fa al Times diceva: «Penso che sia il grande momento per lui per dire al mondo “sono qui e sono uno dei migliori attaccanti in Europa”. I due anni in nerazzurro gli hanno dato la fiducia che spesso è mancata. Al Chelsea era ancora un ragazzino, allo United in fase di sviluppo. Con l’Inter è diventato il migliore».

TERZA VOLTA
In quei giorni, Mou non avrebbe mai pensato di poter allenare Lukaku per la terza volta, ma quelle parole restano e certificano l’alta considerazione. Josè ritiene che Lukaku sia il centravanti perfetto da abbinare a Dybala in una Roma basata sull’attacco in volata: serve quindi uno che dia profondità alla squadra, specialità del belga dove invece Belotti ha qualche difficoltà. In più, Mou vorrebbe beneficiare della versione matura di Big Rom, dopo averlo voluto allo United e allenato soltanto un anno e mezzo, peraltro con buoni riscontri (secondo posto dietro l’imbattibile City, arrivando da stagioni tremende). Mourinho non è nuovo ai ricicli di vecchie conoscenze in attacco: lo fece con Ibrahimovic tra Inter e Manchester, con Eto’ò tra Inter e Chelsea, e magari, chissà, con Lukaku tra Manchester e Roma.